Bonolis: «Anche le donne saranno contente»

Milano Tutto d’un tratto, Bonolis: «Il Festival non è all’ultima spiaggia. Nessuno morirà e anzi forse qualcosa nascerà». Insomma ieri il presentatore di Sanremo ha parlato a tutto tondo durante un’intervista su Rai Radiotre facendo a modo suo il punto della situazione: «Per Raiuno sarà, senza le drammatizzazioni che tanto piacciono alla stampa, un’occasione di musica e di spettacolo». Intanto proprio ieri sono stati ufficializzati i nomi dei cinque modelli che, uno per sera, appariranno sul palco dell’Ariston «così anche le donne avranno di che guardare». Sono in ordine di apparizione: l’inglese Paul Sculsort, l’israeliano Nir Lavi, il brasiliano Thyago Alves, il veronese Ivan Olita e infine il già annunciato David Gandy. Non sono valletti, per carità, solo ospiti, ciascuno in rappresentanza di una griffe e comunque «rappresentano l’eccellenza della moda», come fanno notare dall’entourage del Festival. In più, al mercoledì, arriverà Giovanni Allevi, che aprirà pure la serata suonando il suo pianoforte.
Però Bonolis non si è limitato a parlare solo del Festival. Dopo aver confermato che non ci sarà Jim Carrey e che la canzone di Povia è «una canzone che racconta l’immenso delta che è la sessualità umana», il presentatore ha anche precisato che la partecipazione allo show di Hugh Hefner di Playboy e delle sue conigliette non è nulla di strano «visto che su Playboy hanno scritto pure Hemingway e Umberto Eco». E ce n’è pure per Vittorio Sgarbi, di cui era arrivato alla commissione selezionatrice il testo di una canzone cantata da Ottavia Fusco e non ammessa: «Il risentimento è sbagliato, Vittorio è tremendamente intelligente ma il cervello gli dà alla testa» ha detto, prima che Sgarbi, parlando di una sua eventuale candidatura al Parlamento europeo, ribattesse: «Certo preferirei mandare Bonolis a Bruxelles e stare io al posto suo».
Ma, ovvio, Sanremo è un bivio della televisione generalista e quindi bisogna parlare anche di tutti quei movimenti che - spesso più generati dalla stampa che dalla realtà - stanno dietro alla Rai. Ad esempio, per evitare lo scontro, la Corrida di Gerry Scotti cede il passo a un riassemblaggio della fiction Maria Montessori. A Radiotre Bonolis ha detto: «Non esiste Rai-set, i giornali dietro ogni cosa, anche lo stringersi di una mano, vedono la copertura di chissà quali meravigliosi complotti».


Infine una battuta su Sky, ultimamente ancor più al centro dell’attenzione dopo il contratto firmato da Fiorello: «Ho avuto contatti con Sky - ha dichiarato - ma ho scelto il Festival. Tra le varie proposte, quella di Sanremo, pur essendo economicamente la più scrausa (debole, ndr) era la più interessante perché prevedeva la direzione artistica e insomma un progetto su cui si poteva lavorare tanto».

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