Cè preoccupazione tra gli operatori del settore automobilistico. Gli incentivi, giunti alla seconda tornata, non decollano e le vendite in Italia ristagnano, come anche gli ordini (meno 32% a gennaio). E così, dopo un gennaio pesante (meno 7,3%) che ha condizionato il dato europeo insieme a Spagna (meno 12,7%) e Francia (meno 5,6%), anche febbraio è in sofferenza. E Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor, ipotizza già per la fine del mese un risultato negativo a due cifre. Più fiduciosa è invece lUnrae, lassociazione presieduta da Salvatore Pistola che riunisce le case estere presenti in Italia, secondo cui il calo sarà meno consistente («restiamo fermi sulle stime di chiusura dellanno a 2,35 milioni di unità - osserva il segretario generale Gianni Filipponi -: attendiamo marzo prima di ritoccare eventualmente questa previsione; se lo faremo, però, non sarà per aumentare le nostre aspettative. Siamo in allerta»). Al palo, alla luce dei primi riscontri, sono comunque gli ordini (meno 20 per cento il dato a ieri).
«La situazione è difficile - commenta Quagliano - e gli incentivi non riescono a compensare la caduta della domanda. I problemi nascono dal quadro economico complesso e in rapido peggioramento. Tutti gli indicatori di fiducia, inoltre, sono in flessione con gli inevitabili riflessi sulla propensione allacquisto, da parte delle famiglie, di un bene durevole come è lautomobile. Non vedo, a breve, segnali di miglioramento».
I concessionari, intanto, nonostante i recenti «porte aperte» abbiano riscosso un buon successo di pubblico, sono preoccupati anche perché, come spiega un dealer al Giornale, «la verità è che il mercato italiano dellauto continua a essere drogato di almeno il 20% ogni mese.
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