Borghezio: «Mi scuso per il giuramento in chiesa»

Genova. Il giorno dopo il giuramento da novello cavaliere della cristianità, fatto dentro alla chiesa della Commenda di Prè che il sindaco genovese Marta Vincenzi vorrebbe trasformare in un centro multireligioso aperto anche ai musulmani, l’europarlamentare leghista Mario Borghezio si scusa con la curia. «Non sapevo fosse una chiesa» ha spiegato al Giornale.
Borghezio ha anche chiarito alcune dichiarazioni che gli sono state attribuite: «La pulizia etnica di cui ho parlato era una battuta, visto che abbiamo dovuto ripulire la piazza della Commenda. La Lega non vuole fare male a nessuno, ma difendere l’identità cristiana, padana e genovese». L’europarlamentare ha confermato, invece, il riferimento al «sasso del balilla». La leggenda secondo cui, nel Settecento, nel corso dell’occupazione austriaca di Genova, un ragazzo del popolo ebbe il coraggio di sfidare le truppe nemiche a colpi di pietra. «È lo spirito della Lega» ha detto. Sempre ieri è giunto il commento caustico di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, l’associazione di giornalisti: «Siamo sicuri che la Chiesa invece di scomunicarlo deciderà di affidarlo alle cure della Caritas che tratta con uguale passione tutti i casi, a prescindere dalla nazionalità». Ma Borghezio non demorde: «A Genova e in tutta la Padania la Lega continuerà la sua battaglia». D’altronde a Genova il «gesto dell’ombrello è stato fatto come è anche stato alzato il dito medio all’indirizzo dei contestatori del comizio.


L’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha già espresso in una nota «tutta la sua disapprovazione» per il gesto riaffermando il principio per il quale «senza l’esplicita autorizzazione ecclesiastica, nessuno può utilizzare una chiesa cattolica per gesti o manifestazioni che non siano la preghiera personale o la partecipazione agli atti del culto cattolico».

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