Borletti, un milanese si mangia la Francia

Su «Le Monde» la celebrazione del bocconiano «insaziabile» che ha comprato Printemps

Luigi Mascheroni

L’insatiable Milanais: come titolo non c’è male. L’ha usato Le Monde, ieri, per raccontare ai lettori l’irresistibile ascesa dell’«insaziabile milanese» (appunto), ossia Maurizio Borletti, ultima generazione di una dinastia industriale che era già ricca quando il generale Radetzky passava le giornate a reprimere le rivolte di Milano.
Bocconiano, trentanove anni (è del ’67), una moglie americana (Grace), manager d’assalto con grande fiuto per gli affari e spiccate capacità di persuasione (così dice chi ha avuto a che farci), un grande passato nonostante l’età (vicepresidente dei giovani industriali di Assolombarda, un paio di società messe in piedi da studente universitario, il rilancio della Christofle, blasonata ma sull’orlo del fallimento maison parigina dell’argento, e dal 2005 presidente di Rinascente, peraltro antica azienda di famiglia...) e un altrettanto grande futuro davanti (vuole creare, come negli Stati Uniti, un’unica gigantesca catena di grandi magazzini trasformando gli attuali negozi da semplici luoghi di vendita a luoghi di piacere dove fare shopping), Maurizio Borletti è particolarmente noto ai potenti di Francia, visto che in un anno (l’ultimo) ha soffiato ai rivali delle Galeries Lafayette due «gioielli» come la Rinascente e la catena di grandi magazzini Printemps.


A proposito di grandi magazzini (la sua fissazione), un giorno sembra che abbia detto: «In futuro me li immagino così: piacevoli da visitare e di standard elevatissimo. Come le cattedrali del Medioevo, costruite per affascinare e sorprendere il popolo». A gente come i francesi, che a casa loro hanno Notre Dame, poteva andarglielo a dire giusto uno che è nato a dü pass dal Dom...

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