"Improvers": chi sono i talenti nascosti del mondo Esg?

Sempre più fondi investono negli "improvers", i settori ove i margini di miglioramento Esg sono più ampi. Nuova frontiera della finanza sostenibile

"Improvers": chi sono i talenti nascosti del mondo Esg?

Di investimenti Esg orientati a forme strutturate di sostegno allo sviluppo sostenibile si sente parlare molto negli ultimi mesi e anni. Tanto che ormai il settore della finanza sostenibile sta crescendo con sue logiche proprie, filosofie gestionali e dinamiche di mercato a sé stanti rispetto a quello della finanza più tradizionale, andando ben oltre le dimensioni di una nicchia.

Per orientare investimenti proiettati sulla creazione di dividendi ambientali, sociali e di governance sostenibile delle aziende, i programmi Esg si muovono sia sulla scia delle emissioni obbligazionarie finalizzate a finanziare i piani "verdi" o di sviluppo sostenibile da parte di governi e organizzazioni sia sulla base di fondi e investimenti in cui i ritorni economici sono equiparati a quelli per la collettività.

Ultimamente una nuova frontiera della finanza Esg è quella che riguarda i cosiddetti improvers, ovvero quelle aziende o quei settori che pur non essendo magari in primissima linea per il conseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile sono abilitatori fondamentali per il loro conseguimento e lo sviluppo di ritorni positivi nel campo Esg. A cui si aggiungono quelle aziende o quei campi apparentemente in secondo piano nel fronte Esg, ma che possono in termini relativi conseguire margini di miglioramento ottimali. Un target del 10% di decarbonizzazione per un'azienda altamente inquinante, in altre parole, è un punto di partenza su cui possono nascere strategie di miglioramento.

L'appetito vien mangiando. Gli Esg Improvers, nota Life Gate, "sono aziende che già oggi hanno fondamenta solide ma che vanno indirizzate e supportate per diventare protagoniste di una crescita compatibile con il rispetto del pianeta e delle persone. Il valore per gli investitori è proprio in questo margine di miglioramento ma coltivare il trend responsabile richiede fiducia e tempi più prolungati" rispetto a chi nel mondo Esg ci è già, giocoforza, perché legato a settori profondamente impattati dalla sostenibilità.

Il mercato premierà sempre di più negli anni a venire i margini di miglioramento per aziende di settori che partono indietro. Dalla siderurgia al ciclo integrato dei rifiuti, dalle cartiere alle aziende del trasporto merci, passando per quelle del trasporto aereo o della logistica dei carburanti, molti settori stanno venendo interessati dalla corsa all'efficienza che la transizione green impone e da crescenti pressioni di sostenibilità. In tutto l'Occidente, dunque, è tra le piccole e medie imprese di questi mondi che si annidano i futuri Esg Improvers attenzionati dagli investitori, perché capaci di dare i migliori ritorni con l'avvio di strategie virtuose di finanza sostenibile.

La francese Amundi, nota Life Gate, ha definito "momentum Esg" il processo che vede le aziende adottare le prime pratiche di finanza sostenibile "che rappresentano un ulteriore miglioramento dei rendimenti potenziali e corretti per il rischio". Kasper Elmgreen, Head of Equities, e Piergaetano Iaccarino, Head of Equities solutions di Amundi, nel 2021 indicavano nell'ibridazione tra valore delle azioni e score Esg di un'azienda un trend destinato a consolidarsi. La creazione di diverse tassonomie sulla sostenibilità, dall'Europa all'Asean, mostra la solidità di questi trend.

Esg per tutti, in prospettiva, con un occhio al contrasto al greenwashing e alle problematiche ad esso correlate. E con gli investitori che cercano di catturare lo sbarco degli improvers nel mondo della finanza sostenibile. AllianceBernstein si è in tal senso mossa tra le prime col lancio di AB Global ESG Improvers Portfolio, portafoglio dedicato ai partner del gruppo e alle società in cui sono stati immessi dei finanziamenti o degli investimenti finalizzato alla promozione di un'innovativa strategia di transizione energetica ed engagement per la finanza sostenibile.

"Attualmente pensiamo che settori come quello dei materiali, delle utilities e dell’industria offrano un numero considerevole di titoli per i quali la percezione del mercato non è ancora al passo con i significativi progressi che, in questi settori, saranno fondamentali per affrontare sfide importanti dal punto di vista Esg, come la decarbonizzazione”, ha dichiarato a tal proposito Jeremy Taylor, gestore di un nuovo fondo all'avanguardia per portare la finanza sostenibile laddove non si è ancora spinta. E dove molti attori aspettano solo di coglierne le opportunità. Ambientali, ovviamente, ma soprattutto economiche.

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