da Milano
Eni da 103,7 a 87 miliardi. Unicredit da 98,9 a 48. Intesa Sanpaolo da 71,8 a 42,1. In tutto, meno 96 miliardi. Bastano i valori di Borsa delle tre maggiori società quotate per capire leffetto sui grandi gruppi italiani della crisi dei mercati. Il 18 maggio dellanno scorso lindice Mibtel registrava i massimi del decennio, a quota 34.356. Da allora su Piazza Affari si sono abbattuti la tempesta dei subprime, la crisi del credito, il caro petrolio e il rallentamento globale, facendo perdere una valanga di soldi a risparmiatori e investitori.
La classifica delle maggiori società per capitalizzazione di Borsa (il prezzo dellazione moltiplicato per il numero dei titoli, in sostanza: il valore di mercato delle società) è invariata ai primi sette posti, anche se Eni, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Enel, Generali, Telecom Italia e Fiat hanno complessivamente bruciato 159 miliardi di euro.
Se si sia creata unoccasione per investire sulle regine del listino è una faccenda oggetto di dibattito. Le perdite hanno reso più attraenti le valutazioni dei titoli, ma gli esperti consigliano comunque prudenza. Naturalmente la crisi non ha colpito tutti allo stesso modo; se le banche e le società industriali, auto in testa, hanno patito di più, le società energetiche, grazie al petrolio in ascesa, se la sono cavata meglio. E così mentre lEni ha perso «solo» il 25% della sua capitalizzazione, il valore di Unicredit si è più che dimezzato. Quasi dimezzati anche i valori di Fiat e Telecom (sulla quale pesa un debito elevato e margini in calo, a fronte di un forte bisogno di investimenti). I movimenti maggiori arrivano però dallottavo posto in giù. Qui si trova lunico titolo tra i maggiori venti ad essere aumentato di valore: Saipem (specializzata nelle infrastrutture petrolifere), passato da 10,3 a 11,1 miliardi e salito nel periodo dal 15° all8° posto. In discesa di una posizione invece, la società autostradale dei Benetton, Atlantia. Mentre sono invariate Ubi Banca e Monte dei Paschi (che ha però varato un aumento di capitale da 5 miliardi per acquisire Antonveneta). Subito sotto, ha guadagnato ben sei posizioni un altro titolo energetico, Snam rete gas.
In forte ascesa appare poi il Banco Popolare (ma va segnalato che ora comprende la ex Popolare di Lodi). A perdere, sette miliardi di valore e cinque posizioni in classifica, è Mediobanca, che patisce insieme la crisi bancaria e il contraccolpo subito dalle sue partecipate come Generali.
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