Borsa italiana e Fiat in riva alla Senna

«Offensiva» diplomatica delle società quotate a Piazza Affari e del Lingotto in Francia

Alberto Toscano

da Milano

È stato ieri il giorno del rilancio della presenza economica italiana a Parigi e in Francia. Due eventi, svoltisi dalle parti della Senna, hanno dimostrato il dinamismo delle aziende della penisola, che nel mercato transalpino hanno sempre visto una sorta di «cortile di casa», ma che adesso vogliono tessere nuovi e promettenti legami.
Per tutta la giornata si è svolto al prestigioso «Pavillon Kléber» il convegno organizzato da Borsa italiana d'intesa con 14 società: da Italcementi alla Banca Carige, dalla Fondiaria-Sai al Banco popolare di Verona e Novara, da Autogrill a Telecom Italia media, da Erg a Astaldi, da Seat Pagine Gialle a Finmeccanica.
«L'iniziativa si è inquadrata nel desiderio di far conoscere meglio all’estero la realtà delle nostre imprese e le prospettive incoraggianti dell'investimento in Italia», è l'opinione di Lodovico Rosnati, capo delle blue chips di Borsa italiana, che è stato l'uomo chiave della riuscitissima «operazione Francia». Oltre 130 investitori europei hanno partecipato al meeting e hanno avuto incontri «one to one» con i responsabili delle aziende italiane. Per tutta la giornata si è parlato di investimenti e di prospettive economico-finanziarie: gli esponenti di ognuna delle aziende associatesi alla spedizione di Borsa italiana hanno avuto colloqui testa a testa con mediamente nove investitori esteri. Il 56 per cento degli operatori finanziari presenti era francese, il 20 per cento britannico e il resto proveniente da altri Paesi europei.
In serata si è svolta all'Ambasciata d'Italia, nella centralissima rue de Varenne di Parigi, un'iniziativa assolutamente straordinaria: grazie all’ospitalità e alla collaborazione dell'ambasciatore Ludovico Ortona, il vertice del gruppo Fiat ha incontrato - in occasione di un ricevimento organizzato a tale scopo - buona parte dei responsabili della politica, della diplomazia, dell’economia e della cultura francesi. È stato il segnale del pieno rilancio della presenza del gruppo torinese in uno Stato che ha sempre avuto un'importanza del tutto particolare nel contesto delle sue attività europee e planetarie. I momenti difficili sono stati finalmente superati: questo il messaggio che si leggeva in filigrana nella sontuosa cerimonia di ieri sera, con la partecipazione del presidente del gruppo, Luca di Montezemolo, del vicepresidente John Elkann, dell'amministratore delegato Sergio Marchionne e del responsabile delle attività internazionali Giorgio Frasca, che ha avuto un ruolo fondamentale nel costruire nel corso degli ultimi decenni la posizione di grande rilievo di cui Fiat e le aziende collegate beneficiano in Francia.
Viste anche le funzioni istituzionali e più generali di Luca di Montezemolo, quale presidente di Confindustria, il Medef - l'organismo che rappresenta gli imprenditori transalpini - è stato presente alla serata di ieri in rue de Varenne con una delegazione al massimo livello, che ha pochi paragoni nella sua storia recente.
C'erano la presidentessa Laurence Parisot e tutti i suoi principali collaboratori.

C'era anche Ernest-Antoine Seillière, ex presidente del Medef e attuale presidente degli imprenditori europei. È l'uomo che - al recente vertice europeo - ha irritato Jacques Chirac facendo un discorso in inglese. Ieri, però, tutti parlavano francese.

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