«La Borsa è pronta a 12 anni di rialzi»

«Siamo la Google dei servizi finanziari», dice Ennio Doris. «Abbiamo introdotto novità nel mondo del risparmio pari a quelle introdotte dal motore di ricerca in Internet». Con questa immagine l’amministratore delegato di Mediolanum spiega iniziative e risultati della sua società, al termine di un semestre borsistico dai due volti, ma che ha visto Mediolanum sempre in testa alle classifiche di raccolta in Italia: oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro, tra gennaio e maggio, di gran lunga la numero uno del settore. La ricetta di Doris è risaputa: orizzonte temporale lungo e diversificazione. «L’investitore migliore è quello privato, che mette via denaro nel lungo termine. Fa come i grandi investitori alla Warren Buffet, con la sola differenza che non investe in singole aziende che conosce bene, ma differenzia», spiega il numero uno di Mediolanum.
Dottor Doris, che prospettive vede dopo un semestre in cui le Borse sono praticamente andate in pari?
«Non è del tutto vero. Chi è entrato gradualmente ci ha guadagnato. Ci guadagna anche chi è entrato nell’estate del 2008. Non ancora chi è entrato nel 2007, ma se insiste avrà grosse soddisfazioni».
Quindi, mercati che manterranno un trend in risalita...
Non chiedetemi cosa faranno i mercati da qui a un anno, troppi sono gli elementi di incertezza. D’altra parte non mi interessa chi cerca ritorni di breve termine. La crisi è una grande opportunità di investimento. Le Borse sono tornate ai livelli del 1996, quindi 12 anni in cui i guadagni sono stati nulli. Periodi del genere erano già capitati, nel ’37-49, nel ’63-74, a esempio. E ogni volta sono stati seguiti da periodi altrettanto lunghi di forti guadagni. È quello che ci aspetta ora: altri 12 anni di ripresa».
Cosa è successo in Borsa nei mesi scorsi?
«I prezzi erano arrivati a livelli tali da scontare fallimenti di altre banche e una recessione lunghissima. Per fortuna governi e istituzioni internazionali sono intervenuti in maniera opportuna. L’economia che si ammala crea i suoi anticorpi: la caduta dei prezzi energetici e la discesa dei tassi. Solo la discesa dei tassi significa molti più miliardi nelle tasche delle famiglie indebitate».
Cosa consiglia, in questo momento, ai piccoli investitori?
«Bisogna entrare gradualmente nell’azionario, attraverso un programma d’accumulo dei risparmi che via via si mettono da parte. Ma se si tratta di investire una somma già esistente, allora consiglio di impiegare il denaro in liquidità ad alto rendimento e spostarlo gradualmente verso l’azionario. E siccome l’inflazione è destinata a risalire, non bisogna tralasciare l’investimento immobiliare».
Cosa suggerisce come forma di liquidità ad alto rendimento?
«Il “Conto freedom” di Mediolanum. Ha tutti i vantaggi e tutta la flessibilità di un conto corrente. In più offre il massimo della trasparenza: i primi 12mila euro versati non ricevono remunerazione, ma in cambio noi garantiamo zero costi bancari, che normalmente annullano buona parte degli interessi ricevuti. Oltre i 12mila euro il rendimento netto è del 3% annuo: nessuna banca paga tanto, neanche come tasso promozionale».
Che successo riscuote questo prodotto?
«Dal suo lancio in marzo, quindi in quattro mesi scarsi, ha già raccolto 3 miliardi di euro. Inizialmente, soprattutto clienti del gruppo che si spostavano verso il “Conto freedom”. Ora la raccolta arriva per il 50% da nuovi clienti. Noi lo possiamo fare perché sommiamo vantaggi e servizi della banca tradizionale e della banca online.

E tutto quello che risparmiamo con la nostra struttura snella lo trasferiamo al cliente. Pensi, si parla tanto delle commissioni di massimo scoperto: noi non le abbiamo mai applicate. È per questo che parlo di rivoluzione e di Mediolanum come la “Google del risparmio”».

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