Economia

La Borsa sgonfia gli pneumatici Pirelli

Tronchetti: Nessun problema per le risorse da investire in Olimpia. Il «caso» Piaggio

Marcello Zacché

da Milano

Pirelli Tyre rinvia l’appuntamento con Piazza Affari: la società degli pneumatici ha ieri ritirato il progetto di quotazione. Al termine del collocamento il cda Pirelli (che controlla Tyre al 100%) ha deciso di annullare tutto.
In una nota si spiega che la società guidata da Marco Tronchetti Provera ritiene che «le attuali condizioni dei mercati finanziari e, in particolare, l'andamento borsistico dei principali operatori mondiali del settore pneumatici, non permettano di attribuire a Pirelli Tyre una valutazione che rispecchi adeguatamente il valore intrinseco della società».
Per questo Pirelli «ha ritenuto di non procedere con un'operazione che, alle condizioni attuali, non avrebbe adeguatamente valorizzato una società fondamentale per il business del gruppo».
A nulla è servito lo sconto, nell’ordine del 10%, che il gruppo era disponibile ad accordare al mercato, accettando di abbassare la valutazione minima del gruppo da 1,9 a 1,7 miliardi, con una forchetta di prezzo che sarebbe passata da 7,4 a 6,6 euro minimi per azione. Quando ieri pomeriggio, anche alla luce dello sconto, i responsabili del collocamento (Caboto, Capitalia e Goldman Sachs con JpMorgan, Mediobanca, Merrill Lynch e Morgan Stanley) hanno visto che il book (cioè la raccolta degli ordini da investitori istituzionali) era rimasto rimasto al palo (secondo indiscrezioni, ai prezzi desiderati l’offerta è stata coperta per un 60-70%) hanno consigliato a Pirelli di rinunciare.
Oltre a quella di abbassare il prezzo, altre opzioni possibili sarebbero state ridurre il flottante (fissato nel 35%) e aumentare la quota agli istituzionali. Ma nessuna ipotesi si è rivelata percorribile. Un peso troppo elevato lo avrebbe esercitato l’allarme sugli utili (profit warning) lanciato alcuni giorni fa da Bridgestone, e in grado di deprimere le aspettative del mercato sul settore degli pneumatici.
Il ritiro dell’operazione fa subito pensare a come farà ora Tronchetti a far fronte ai suoi impegni finanziari. Con il collocamento minimo del 35% del capitale di Tyre nelle casse della Pirelli ne sarebbero finiti come minimo 700. Un importo già «prenotato» visto che, di qui a fine anno, Pirelli deve far fronte all’acquisto delle quote di Olimpia (la holding che controlla il 18% di Telecom) da Hopa, Intesa e Unicredito. Per salire all’80% nella cassaforte che controlla Telecom (il restante 20% è dei Benetton) a Pirelli occorrono 1,4-1,5 miliardi. Che a questo punto verranno coperti con la dismissione di partecipazioni non strategiche per 400 milioni (elevabile, nel caso, fino a quota 600) e con l’attivazione della linea di credito da un miliardo già concordata. Si legge ancora nella nota Pirelli che la solidità patrimoniale e finanziaria «permette di far fronte, senza operazioni straordinarie, a tutti gli impegni previsti nei confronti dei soci di Olimpia».
La Borsa Italiana conta così il suo sesto «caduto» nel giro di pochi mesi: dopo la rinuncia di 3 Italia sono state altre 5 le società che anno ritirato la loro «Ipo». Pm group e Italtel in fase preliminare; Value Partners, Api e Pirelli Tyre a collocamento chiuso. In pista resta ancora Piaggio, che chiuderà i books mercoledì: da Pontedera hanno ieri confermato che tutto procede e che non sono previste variazioni di programma. Forse perché a vendere, in questo caso, sono le banche che con il ricavato risanano la loro antica posizione creditoria nei confronti del gruppo.

O forse perché, essendo ora Piaggio da sola, per gli investitori è rimasta l’unica alternativa.

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