da Milano
Gary Dunton batte Ben Bernanke. È stato infatti il numero uno di Mbia, uno dei gruppi assicurativi più inguaiati dalla crisi dei mutui subprime (rosso di 2,3 miliardi di dollari nel quarto trimestre), a dare un po di carica ieri alle Borse, apparse fino al primo pomeriggio spente nonostante lennesimo taglio dei tassi deciso mercoledì scorso dal presidente della Federal Reserve. Non a caso, gli economisti cominciano a interrogarsi sullefficacia delle misure prese dalla banca centrale Usa per evitare la recessione, e si chiedono inoltre se Bernanke non stia troppo assecondando le pretese via via crescenti dei mercati, che già scommettono su un allentamento delle redini monetarie in marzo. Il rischio, sottolineano, è quello di una perdita di credibilità in un momento estremamente delicato per il ciclo economico, come ha dimostrato laltroieri il deludente andamento del Pil nel quarto trimestre 2007 (più 0,6%) e lallarmante crescita delle richieste settimanali di sussidi. Ben 69mila le domande di aiuto in più, il livello più elevato da 27 mesi, a testimonianza di come la crisi abbia ormai intaccato anche il mercato del lavoro. I listini hanno infatti incassato male il colpo dellaumento dei sussidi, prima di virare grazie alle parole di Dunton, che in una conference call con gli investitori si è detto convinto che Mbia riuscirà a evitare il declassamento e che la situazione degli assicuratori non è grave come ritengono alcuni esperti.
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