Le Borse scommettono sullo yuan forte

Grazie allo scudo fiscale sono complessivamente rientrati in Italia 97 miliardi di euro, di cui ben 66,7 solamente dalla Svizzera: 85,6 miliardi sono stati rimpatriati nel corso del 2009, mentre la riapertura nei primi quattro mesi del 2010 ha consentito di aggiungere al totale altri 11,4 miliardi. Sono i dati resi noti dalla Banca d’Italia, che però differiscono in parte da quelli diffusi dal ministero dell’Economia lo scorso 9 giugno. Secondo i calcoli di Via XX Settembre, infatti, il totale ammonta a 104,5 miliardi, di cui 9,2 miliardi nel periodo di riapertura (deciso con aliquote maggiorate al 6% per chi ha effettuato le operazioni tra gennaio e febbraio e al 7% per chi lo ha fatto tra marzo e aprile). Le differenze, che la stessa Bankitalia definisce «limitate», dipendono dalla «diversa copertura delle fonti e da sfasamenti temporali nelle registrazioni». In particolare, la rilevazione della Banca centrale esclude alcuni beni patrimoniali, come gioielli o opere d’arte, e non tiene conto delle operazioni d’importo inferiore alla soglia di rilevazione (50mila euro se il Paese di provenienza delle attività è nell’Unione europea o se si tratta di Svizzera, Liechtenstein, Norvegia o Islanda, 12.500 euro negli altri casi).
Scontato il primo posto della Svizzera nella classifica delle «casseforti» estere: decisamente meno consistenti i capitali rientrati, invece, dal Lussemburgo (7,6 miliardi), mentre dalla piccolissima Repubblica di San Marino, a due passi da Rimini, sono rientrati quasi 5 miliardi di euro. E una cifra simile (4,3 miliardi) arriva dal Principato di Monaco.
Dei circa 97 miliardi emersi, secondo Via Nazionale, tra l’anno scorso e quest’anno, 39,3 si riferiscono a rimpatri con liquidazione, registrati cioè nella bilancia dei pagamenti in quanto corrispondono al disinvestimento dell’attività sull’estero, e 57,6 a quelli senza liquidazione e alle regolarizzazioni.


I termini sono attualmente scaduti, ma è ancora attesa una coda delle regolarizzazioni. I contribuenti che si sono avvalsi dello scudo fiscale e che hanno già pagato l’imposta sostitutiva avranno infatti tempo sino alla fine del 2010 per portare a termine le operazioni più complesse.

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