Borse Ue chiudono in rialzo

Andamento contrastato per i mercati del Vecchio Continente. I dati Ue e il taglio alle stime sul pil di Eurolandia prevedono una stagnazione a partire dal 2009. Parte volatile anche la piazza di New York. Il Cesr istituisce un comitato ad hoc sullo short selling per promuovere un coordinamento più forte

Borse Ue chiudono in rialzo

Milano - Andamento contrastato per i mercati del Vecchio Continente che, in altalena, oscillano dopo l'apertura di Wall Street. I dati Ue e il taglio alle stime sul pil di Eurolandia prevedono una stagnazione a partire dal 2009. Sono moderatamente positivi dopo circa mezz’ ora dall’ apertura gli indici di Borsa a New York. Il Dow Jones segna un rimbalzo dello 0,39%, mentre lo S&P 500 cresce dello 0,17% e il Nasdaq composite dello 0,61%.

Mercati europi volatili Chiusura positiva per le borse europee, sulla scia di un atteso taglio dei tassi da parte della Bce al direttivo di giovedì prossimo. La commissione europea prevede un’economia stagnante in Europa nel 2009, con un pil in crescita solo dello 0,2%, mentre per l’Italia si prevede una recessione, con crescita zero quest’anno e il prossimo. Inoltre la commissione chiede un’azione coordinata per l’economia, sul modello di quanto fatto per le banche. Le borse reagiscono con un rialzo, legato al prevedibile taglio dei tassi europei. Male i titoli dell’auto, mentre i bancari sono misti. A Londra l’indice Ftse 100 avanza dell’1,51% a 4.443,28 punti. Cresce dell’1,52% a 16.755 punti il Mibtel di Milano e a Francoforte il Dax avanza dello 0,62% a 5.018,85 punti. Sale dell’1,17% a 3.527,97 punti il Cac 40 di Parigi.

Piazza Affari chiude al rialzo La Borsa chiude con il segno positivo, in linea con le piazze azionarie internazionali, una seduta caratterizzata dal modesto volume degli scambi e dalla selettività dei temi. Il Mibtel sale dell’1,52% con scambi inferiori a 2 miliardi di controvalore; le cattive notizie diffuse sul fronte macroeconomico sia in Europa che negli Stati Uniti non hanno influenzato in maniera decisiva l’andamento dei listini, che hanno seguito maggiormente gli argomenti legati alle società e ai settori. In piazza Affari, gli acquisti sono prevalsi sui bancari con poche eccezioni e su alcuni titoli energetici (Saipem in particolare), su molti industriali e assicurativi (ma Unipol ha fatto eccezione). In calo Telecom Italia. Tiscali ha trascorso la giornata fra una sospensione per eccesso di rialzo e l’altra: la conferma delle trattative per la cessione della controllata inglese ha messo le ali alla quotazione dell’internet provider.

Regole per le vendite allo scoperto Regole più omogenee tra le Borse europee in tema di vendite allo scoperto. E' questo l’obiettivo che si è dato il Cesr, l’insieme delle Consob europee, istituendo un comitato ad hoc sullo short selling per promuovere un coordinamento più forte e una maggiore convergenza tra le decisioni dei singoli paesi. Secondo quanto risulta a radiocor l’esito del lavoro è atteso a breve, probabilmente per dicembre e l’obiettivo è minimizzare le divergenze tra i vari listini per agevolare l’attività degli operatori di mercato offrendo loro regole comuni.

Cautela a Wall Street Wall Street esita alla vigilia dell’Election Day: gli indici segnano rialzi frazionali in attesa di sapere chi sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca e soprattutto la composizione del Congresso, cruciale negli ultimi mesi nell’assumere decisioni economiche strategiche quale il piano di salvataggio. Se da un lato le statistiche sembrerebbero far tifare la piazza americana per il candidato democratico Barack Obama, visto che dal 1900 nel primo anno seguito alla vittoria di un democratico il Dow Jones è salito in media del 9,8%. Dall’altra parte molti analisti ritengono che se Obama dovesse vincere con un ampio margine, mercoledì 5 novembre sarà una giornata molto difficile per la borsa americana. Secondo il sito Intrade, un mini mercato on line in cui è possibile acquistare i titoli di uno dei due candidati, Obama è dato vincitore all’84,5%. Per gli economisti di Ihs Global Insight, al candidato democratico andranno il 53,1% dei voti, contro il 46,9% che raccoglierà il suo rivale. "Per molti investitori una vittoria di Obama è già stata integrata dal mercato", spiegano alcuni analisti. Se "McCain vince - sostiene un altro fronte di operatori - il mercato salirà del 10% nelle battute iniziali, mantenendosi in terreno positivo per l’intera seduta". Una vittoria di McCain sarebbe salutata favorevolmente da Wall Street, visto che - spiegano da Standard & Poor’s - il "mercato preferisce generalmente i repubblicani". Ma azzardare previsioni non è facile: per gli osservatori e gli analisti del rapporto che intercorre fra mercato e elezioni, le votazioni 2008 sono un pò un banco di prova, visto che la crisi economica ha messo in ginocchio le teorie finora alla base dell’esistente relazione Wall Street-elezioni. La rinomata teoria di Yale Hirsch, secondo la quale gli indici di borsa dal 1833 hanno registrato nel corso degli ultimi due anni del mandato presidenziale performance migliori della media, è crollata con i subprime, con la Borsa ai minimi da decenni. Una dimostrazione, questa, che sembrerebbe provare le difficoltà nell’azzardare previsioni. Inoltre sono molti gli investitori convinti che i problemi dell’economia sono ancora lontani dall’essere risolti e il vincitore delle elezioni potrebbe difficilmente, almeno nel breve termine, affrontarli e risolverli con successo.

I timori dell'Asia sulla crescita Economia reale sempre più a rischio anche per i giganti emergenti dell’Asia. Dalla Cina oggi sono giunti dati allarmanti sul gigantesco comparto del manifatturiero, sbilanciato sull’export e che sta pagando un salato tributo alle difficoltà nei principali mercati di sbocco: le economie occidentali. In India il premier Manmohan Singh cerca di mettere le mani avanti, raccomandando alle imprese di evitare tagli ai posti di lavoro e assicurando che il governo è pronto a fare "tutto il necessario" per prevenire pesanti ricadute a causa della crisi finanziaria globale. In Corea del Sud l’esecutivo lancia un piano multimiliardario di tagli alle tasse e sostegni alle famiglie povere, mentre il premier Lee Myung-bak ha rivelato che è stato siglato un accordo di interscambio valutario con gli Stati Uniti per prevenire eventuali crisi sui cambi dello won, la divisa nazionale. Ma per le Borse della regione, anche grazie alle iniziative dei governi la seduta di inizio settimana è stata nuovamente positiva, con l’eccezione della cinese Shanghai, che a causa di è ulteriormente scesa ai minimi da due anni a questa parte. A ottobre un indice sull’attività del possente settore manifatturiero cinese ha accusato un crollo del 44,6%, cadendo ai minimi dal 2005 - data di avvio di questa indagine - dopo che già a settembre era andato a picco del 51,2%. Si tratta dell’indicatore elaborato dalla China Federation of Logistics and Purchasing, che tiene conto dell’andamento di ordini, esportazioni e altri fattori che misurano l’andamento del settore. La caduta di ottobre, secondo l’inchiesta, è stata determinata dalla contrazione delle esportazioni e da cali degli ordinativi su macchinari e acciaio. L’indice di riferimento della borsa di Shanghai è calato dello 0,52%. Nelle passate settimana Pechino ha adottato diversi provvedimenti espansivi per sostenere l’economia e i suoi mercati finanziari. La Banca centrale cinese ha ridotto per tre volte i livelli dei tassi di interesse solo nell’ultimo mese e mezzo. Nettamente positiva invece la seduta di Hong Kong, dove l’indice Hang Seng ha chiuso in rialzo del 2,69%. Positiva anche la giornata di Seoul, per l’1,44%, dopo che il ministero delle Finanze ha annunciato un piano di sostegni all’economia da 14mila miliardi di won, circa 8,5 miliardi di euro. Nei passati giorni Seoul ha ripetutamente smentito le speculazioni sulla necessità di accedere ai sistemi di aiuto del Fondo monetario internazionale, mentre nella regione iniziava a rimaterializzarsi lo spettro della crisi finanziaria che dilagò in Asia nel 1997-1998. Tuttavia anche in Corea ci si mette al riparo da possibili tensioni sulla valuta, con un accordo di interscambio con la Federal Reserve americana con cui, ove necessario, si avranno a disposizione dollari per sostenere il won. Nelle passate ore la Fed ha riferito di accordi simili con Singapore, Messico e Brasile. Positive le altre Borse dell’area, Taiwan mette a segno un, progresso del 2,55%, Jakarta balza del 7,64%, Kuala Lumpur dell’1,18%. Chiusa oggi Tokyo per una festa nazionale, riaprirà domani. Negli scambi pomeridiani sull’indiana Bombay l’indice Sensex si attesta in forte rialzo, con un più 5,57%.

"Vorrei rassicurare tutti quanti voi che il governo adotterà tutte le misure necessarie, sul fronte della politica economica e di quella monetaria, per proteggere i nostri tassi di crescita", ha affermato oggi il premier Singh, incontrando un gruppo di una quindicina di leader di impresa del subcontinente presso Nuova Delhi.

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