
La telenovela sul nuovo stadio rossonerazzurro è arrivata alle puntate finali ma i tifosi per diciassette anni hanno dovuto assistere (volenti o nolenti) a un lungo girovagare di ipotesi tra la Bovisa, il Portello, l'ex ippodromo La Maura, "piani b" fuori Milano, alle ex aree Falck di Sesto San Giovanni, Rozzano, San Donato Milanese. A al derby tra ristrutturazione e "San Siro bis" nell'area parcheggio vicino al Meazza che è iniziato nel 2019 e dopo sei anni si giocherà al "novantesimo minuto" in Consiglio comunale giovedì o lunedì prossimo. É il 2008 quando l'allora presidente dell'Inter Massimo Moratti punta a costruire uno stadio solo nerazzurro alla Bovisa, firmato dall'architetto Stefano Boeri. Nel 2015 tocca al Milan (presidente Paolo Scaroni e ad Barbara Berlusconi) avviare una trattativa con la giunta Pisapia e Fiera Milano per un impianto da 48mila posti (solo) rossonero al Portello, incastonato tra i palazzi e disegnato dallo studio Arup. Tra costi aggiuntivi e difficoltà burocratiche e urbanistiche, il progetto tramonta. Nel 2019 Milan e Inter bussano alla porta del sindaco con il piano per un moderno San Siro bis vicino al Meazza. Beppe Sala apre, "la demolizione del Meazza non è tabù, preferirei che si lavorasse su un suo restyling ma se Inter e Milano non vogliono, allora va abbattuto". Ambientalisti in trincea, la sinistra si spacca e anche il centrodestra si divide. I club provano a correre e il 26 settembre 2019 presentano al Politecnico di Milano-Bovisa i due progetti finalisti per la costruzione del nuovo stadio. A fine ottobre c'è il via libera del Consiglio comunale, con un ordine del giorno che fissa però 16 paletti, dal verde alla "salvaguardia" di una parte del Meazza. I club lanciano una gara on line e a dicembre 2021 tra "La Cattedrale" di Populous e gli Anelli di Milano di Manica-Cmr, vince il derby il primo progetto che rende omaggio (anche) al Duomo di Milano e alla Galleria. Almeno c'è un rendering. Il 30 novembre 2022 si chiude invece dopo quaranta giorni il "dibattito pubblico" sul progetto mentre infiammano polemiche e ricorsi sul vincolo sul secondo anello. Stop and go. Il patron del Milan e di Redbird Gerry Cardinale arriva e spiazza con un progetto per realizzare uno stadio rossonero sui terreni dell'ex ipprodromo La Maura. Sfumata anche questa ipotesi, i rossoneri valutano anche le aree ex Falck di Sesto ma il piano b si concretizza a San Donato, con l'acquisto di terreni, la presentazione del nuovo stadio firmato Manica, l'avvio dell'Accordo di programma che rimane tuttora sul tavolo del Comune. "Il Milan non ha ancora ritirato l'Accordo in corso a San Donato" ha confermato giorni fa la vicesindaco Anna Scavuzzo. A sottolineare che se non passa l'operazione in Consiglio, la ristrutturazione del Meazza non è comunque una possibilità. Esclusa anche dall'Inter, anche se il piano b a Rozzano è meno solido. Un anno fa si era parlato di un pressing del Milan per convincere i "cugini" a condividere eventualmente la nuova "casa" a San Donato, ripetendo un modello che è un unicum in Europa. Nella telenovela, quando il vincolo sul secondo anello del Meazza sembrava cosa certa, si è inserito nel 2024 il progetto di ristrutturazione presentato in Consiglio comunale dall'architetto Fenyves accanto al sindaco e al consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico e, poco dopo, quello offerto a costo zero da Webuild.
Definito "straordinario" dal sindaco, bocciato dai club che hanno rilanciato il nuovo stadio "con parziale rifunzionalizzazione del Meazza" e mai visto dai consiglieri, nonostante le richieste bipartisan di renderlo pubblico ancora nelle ultime settimane. Anche l'immagine del nuovo San Siro bis, che dovrebbe essere firmato da sir Norman Foster, si scoprirà solo vivendo. Nei prossimi mesi, se l'operazione andrà in porto.