da Milano
Vigilia allinsegna dellincertezza per lassemblea di Bpi che domani dovrà decidere il reintegro dellamministratore delegato Divo Gronchi, dopo la condanna per il crac Italcase. Lassise sembra destinata ad essere affollata: a ieri 6.500 soci hanno chiesto laccredito. Circa 2.200 quelli con base nel Lodigiano, area in cui sembra covare il maggiore malessere verso il vertice.
Nuove indicazioni sugli atteggiamenti assembleari sono arrivati ieri da un incontro tra le maggiori sigle sindacali del gruppo. Fiba-Cisl, la componente più forte, non ha preso una posizione ufficiale, ma attraverso lassociazione dipendenti in cui è maggioritaria, ha già di fatto sfiduciato Gronchi. Nessuna indicazione anche dalla Fabi, in cui si registra il «no» a Gronchi dei lodigiani e il «sì» dei rappresentanti delle altre zone. I più esposti nel sostegno a Gronchi sono invece i vertici di Fisac Cgil. Il sindacato di sinistra era stato a suo tempo tra i più duri contro i componenti del cda dellera Fiorani, di cui aveva chiesto le dimissioni se indagati. Radicalmente diverso il giudizio sulla condanna di Gronchi, a cui in un comunicato è stata ribadita con forza la fiducia. Con tutta probabilità a spiegare latteggiamento contraddittorio sono i legami creati da Gronchi ai tempi di Mps, banca per tradizione «rossa».
In ogni caso la scelta per il voto palese che sembra preferita da presidente Piero Giarda (confortato da pareri legali tra cui quello di Piergaetano Marchetti) dovrebbe contribuire a far pendere la bilancia a favore di Gronchi. Almeno quattro consiglieri di amministrazione, tra cui il vicepresidente dellistituto Enrico Perotti, che è anche presidente della Camera di commercio di Lodi, si sono però schierati a favore del voto segreto, dichiarandosi garanti che in caso di voto palese non ci saranno condizionamenti o ritorsioni e confermando, peraltro, la fiducia a Gronchi e nella fusione con Bpvn.
Oggi intanto i tecnici della banca dovrebbero essere in Bankitalia per spiegare la soluzione tecnica scelta per ovviare alla temporanea riduzione dei ratios patrimoniali derivanti dalla distribuzione del superdividendo.
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