da Milano
Prova delle urne per le nozze Bpm-Bper: la nascita della Superpopolare è prossima, ma il presidente Roberto Mazzotta dovrà ancora misurarsi con i potenti sindacati interni, dove resiste una fronda che entro domani dovrebbe depositare le quasi 1.800 firme (1.200 il quorum) necessarie a ottenere lannunciato referendum sulla rinuncia dello status di cooperativa di Bpm funzionale al matrimonio con Modena.
Il tutto è contenuto in un documento della Fabi, la sigla sindacale che insieme a Falcri e Sinfub più si è spesa nelliniziativa cui avrebbero aderito anche alcuni esponenti della Fiba. Quattro pagine nelle quali sono dettagliate le «garanzie irrinunciabili» agli occhi del sindacato che considera «un po gracile» la struttura industriale della holding cooperativa ed esprime la propria contrarietà alleventuale creazione di un comitato nomine e remunerazioni per la composizione del consiglio. Nulla è stato deciso, ma lunedì il nodo della governance è stato al centro del cda di Bper, seguito il giorno successivo da quello di Milano dove, attraverso lAssociazione Amici della Bpm, il corpus sindacale esprime 16 dei 20 consiglieri. A parte la difesa dellattuale distribuzione degli utili malgrado con Bper cambierebbe il perimetro di consolidamento e del peso della linea manageriale di Bpm nella holding, laltro punto cardine appare «la stabile detenzione totalitaria» delle due banche spa da parte della holding cooperativa. Punto questultimo che avrebbe provocato un dibattito serrato anche a Modena. Segue la difesa della forma mutualistica di Bpm che da tempo catalizza le attenzioni dei sindacati. La stessa Fabi, tuttavia, appare divisa: da un lato la componente volta alla difesa dello status quo, dallaltro quella persuasa dalle prospettive «industriali» avanzate da Mazzotta. Ragioni alla base di uninformativa Fabi per larea Brianzola dove la cooperativa non è considerata un valore tout court per i dipendenti-soci, viste sia le differenze con le consorelle sia con Unipol Banca. Sabato Mazzotta presenterà allassemblea un bilancio 2006 con profitti in crescita del 53,9% per Popolare Milano.
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