da Milano
Bpm, Unipol, Bper, Monte Paschi: a due giorni dal naufragio delle nozze tra la Banca Popolare di Milano e quella dellEmilia Romagna, Piazza Affari cerca di scoprire gli altri possibili incastri del credito nazionale. Piazza Meda ha detto di voler fermare i giochi per qualche tempo, ma il presidente Roberto Mazzotta avrebbe in progetto unaltra trasferta in Bankitalia. Restano infatti da interpretare le conseguenze del «ribaltone» allultimo cda, quando il banchiere ha perso, insieme con lappoggio della Fisac-Cgil, anche il pallino della fusione con Bper.
Un cambio di strategia, vista linfluenza di fatto esercitata dai sindacati sul cda attraverso lAssociazione Amici della Bipiemme, da leggere in controluce rispetto ai complessi meccanismi che regolano il gruppo e che avevano condotto alla presidenza Mazzotta con lappoggio della Fabi. In pratica una resa dei conti, in parallelo alla quale qualcuno starebbe cercando di riportare di attualità il possibile asse industriale con Unipol. Unalleanza complessa vista la diversità «biologica» tra le due realtà ma dove, secondo lidea originaria, potrebbe diventare «collettore» Banca di Legnano: la controllata Bpm, a forte impronta Fisac, che concentra i propri sportelli in Lombardia. Rete che potrebbe quindi diventare sinergica per Unipol Banca, permettendo allad Carlo Salvatori di iniziare a rafforzare la compagnia bolognese sul fronte del credito.
A decidere il prossimo passo industriale di Bipiemme (meno 0,8% in Borsa dopo la rincorsa di mercoledì) sarà prima il cda e poi lassemblea dei soci, ma a paventare il rischio di una decisione eterodiretta era stato lo stesso vicepresidente Marco Vitale. Ieri leconomista è tornato a criticare lorientamento del board: il mancato matrimonio con Pop. Emilia ha creato «danni per i dipendenti e per gli azionisti» rendendo «più urgente» la riforma delle popolari. Lalternativa per Unipol, su cui ieri scommettevano alcuni operatori, sarebbe stringere proprio su Modena. Dove lad Guido Leoni ha già riposto negli armadi i faldoni della fusione. Ieri il cda ha preso atto «con stupore del mutato atteggiamento della struttura di governo di Bpm».
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