Bpm, via alla riforma dello statuto

Il cda convocherà un’assemblea per riscrivere la norma che assegna il 20% degli utili ai dipendenti. Buoni i dati del trimestre

da Milano

Buoni risultati trimestrali, rafforzamento dei parametri patrimoniali con l’attribuzione a capitale sociale di alcuni fondi sin qui accantonati a riserva, e soprattutto la convocazione dell’assemblea straordinaria per modificare l’articolo 47 dello statuto, che attribuisce ai dipendenti il 20% degli utili. Per Banca Popolare di Milano quello di ieri è stato un consiglio di amministrazione ricco di decisioni. A cominciare proprio dalla proposta di riforma dello statuto, passo importante forse più dal punto di vista politico che da quello dei bilanci. La quota ora obbligatoriamente assegnata ai lavoratori dell’istituto (il 20%, appunto) era calcolata sull’utile netto (l’anno scorso 118 milioni) detratte le riserve e veniva attribuito per metà in contanti e per metà in azioni Bpm vincolate per un certo numero di anni. Secondo la proposta approvata ieri dal cda si passa al 5%, calcolato però sull’utile operativo corrente al lordo delle imposte della capogruppo (l’anno scorso 227 milioni). La banca dovrebbe risparmiare (e par di capire, i dipendenti incassare meno). Ma il pregio della novità, secondo l’istituto, è anche un altro: da un lato agganciare il «premio» riconosciuto agli impiegati agli effettivi risultati della banca, dall’altro sganciare le somme ricevute dal personale a quelle riconsciute agli azionisti. L’assemblea per il via libera alla decisione dovrebbe svolgersi a inizio anno.
Per una banca come Bpm, in cui su 20 consiglieri del cda ben 16 sono espressioni dai sindacati degli impiegati riuniti nell’«Associazione amici della Bpm», non è una decisione da poco. E secondo alcune interpretazioni rappresenta la prima dimostrazione di una disponibilità da parte dei sindacati a «modernizzare» la struttura dell’istituto.
Per quanto riguarda il rafforzamento dei parametri patrimoniali, ottenuto attraverso l’aumento a titolo gratuito del valore nominale delle azioni da 3 a 4 euro, la consegeunza principale sarà l’aumento del patrimonio di base (il cosiddetto Tier 1). Il capitale sociale della Banca aumenterà dall'attuale ammontare di 1.245 a 1.660 milioni.
Infine i risultati dei primi 9 mesi: il dato più interessante, visto che tocca uno dei tradizionali punti deboli dell’istituto milanese, è il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione.

Il cosiddetto rapporto cost/income, uno dei più utilizzati parametri di efficienza, scende al 59,5%, in flessione rispetto al 64,5% registrato nel 2005. L’utile netto si è attestato a 344,9 milioni, in aumento del 63,8%. L'aggregato - ha spiegato la banca guidata da Roberto Mazzotta, - include proventi non ricorrenti netti per 97,2 milioni.

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