Bpm, riforma in tempi rapidi

da Milano

Banca Popolare di Milano conta di rispettare i tempi per la riforma della governance pretesa da Bankitalia per contenere il peso dei dipendenti-soci: il consiglio dovrebbe approvare le modifiche allo statuto il 9 settembre, così da passare la parola ai soci entro l’anno.
«Non ci saranno rinvii», ha assicurato il neodirettore generale dell’istituto Fiorenzo Dalu mentre illustrava la semestrale agli analisti insieme al condirettore Enzo Chiesa: l’utile è sceso del 46% a 127 milioni. Risolto il nodo della governance, gli sforzi si concentreranno sul piano industriale «con delle manovre di efficientamento», ha proseguito Dalu, alle prese con la necessità di contenere i costi del gruppo che ieri ha chiuso debole in Piazza Affari (meno 2,74% il titolo a 6,4 euro).
Quanto alle strategie la cooperativa presieduta da Roberto Mazzotta è interessata a rilevare in alcune zone della Toscana parte dei 125 sportelli che Monte Paschi deve cedere per motivi Antitrust a seguito dell’acquisizione di Antonveneta. Bpm non vuole, però, sacrificare una quota rilevante del patrimonio anche in considerazione dei richiami di Bankitalia al sistema. Da risolvere poi il destino della partecipata Anima, dove Bpm ha svalutato la propria quota.


Proseguono, intanto, le verifiche interne all’Associazione degli Amici (che raggruppa le varie componenti dei dipendenti-soci) in attesa del cda che il 2 settembre svolgerà il grosso dei lavori sullo statuto. Punto di partenza le bozze illustrate ai consiglieri martedì dal giurista Piergaetano Marchetti.

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