Bpm, «stoccata» di Mazzotta in cda

da Milano

Il presidente Roberto Mazzotta porta il problema della governance sul tavolo del cda di Bipiemme ripercorrendo con toni fermi i falliti tentativi di aggregazione con Bpi e Bper. In pratica una denuncia della difficoltà a governare l’istituto tanto che il banchiere milanese avrebbe detto, laddove vi fosse stato il consenso dei consiglieri, non solo di «non opporsi» all’idea di rinnovare il cda prima della scadenza ma di essere disponibile ad accelerare la verifica in assemblea. Fredda la risposta del board, dove Michele Motterlini avrebbe letto una dichiarazione di una pagina per chiedere un maggiore coinvolgimento preventivo del cda nelle strategie della banca.
A quel punto Mazzotta si sarebbe limitato ad aprire una fase di riflessione all’interno di Piazza Meda dove i sindacati attraverso l’Associazione degli Amici esprimono la maggioranza del consiglio. Quest’ultimo ha dato via libera all’offerta non vincolante per le 161 filiali che Unicredit deve cedere per motivi Antitrust.

Slittano invece, le trattative con il Credit Mutuel che ha lasciato trasparire tutta la propria insoddisfazione per una situazione interna a Bipiemme che «non permette mosse strategiche o progetti impegnativi nei prossimi mesi». Parigi, tuttavia, non è intenzionata a desistere, tanto che entro fine gennaio è stato fissato un altro incontro tra le delegazioni dei due istituti.

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