Br, Latino al Gip: sono un prigioniero politico Ichino: io dissentivo, la Cgil sbagliò a isolarmi

Dopo il maxi blitz di ieri i presunti terroristi vengono interrogati dagli inquirenti di Milano, ma fanno scena muta. Il primo covo nel capoluogo lombardo. L'ideologo Davanzo stava per lasciare il rifugio in montagna per trasferirsi in una grande città. Tra gli obiettivi: Mediaset, Sky, l'Eni e Libero. L'analisi del materiale sequestrato. Polemiche su chi fomenta l'odio in politica. L'imbarazzo dei sindacati dopo la scoperta che 8 degli arrestati erano iscritti alla Cgil. Ichino: "Non isolare le idee diverse"

Br, Latino al Gip: sono 
un prigioniero politico 
Ichino: io dissentivo, la Cgil 
sbagliò a isolarmi

Milano - Stamani alle 11.30 alla redazione del Corriere della Sera è arrivata una telefonata intimidatoria da parte dei terroristi. Le poche parole pronunciate sono ora al vaglio degli inquirenti: "Devo darle un comunicato delle Brigate Rosse - ha detto una persona al telefono - nulla resterà impunito e la bandiera che è caduta l'abbiamo ripresa in mano. Colonna Walter Alasia".

Interrogatori Sono iniziati, davanti al Gip Guido Salvini, i primi interrogatori dei presunti brigatisti arrestati ieri nel maxi blitz della polizia. Fino a ora gli arrestati scelgono la tattica del silenzio. Il primo a essere interrogato è Davide Bortolato, 36 anni, considerato il capo dell'organizzazione a Padova. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Come lui ha fatto il secondo arrestato, Claudio Latino (50 anni), considerato il capo della cellula milanese, che si è poi dichiarato "prigioniero politico". L'avvocato di Bortolato ha eccepito la nullità dell'interrogatorio, in quanto il gip nella sua ordinanza ha vietato per cinque giorni i colloqui tra gli indagati e i loro difensori. Il gip Salvini ha però respinto l'istanza. I legali parlano di "processo politico" e sostengono che l'unica azione andata a segno è stato l'attacco alla sede padovana di Forza Nuova.

L'ideologo Dagli inquirenti trapela un particolare interessante. Alfredo Davanzo, 50 anni, che sarebbe l'ideologo della "seconda posizione" brigatista, stava per trasferirsi in una grande città dal suo rifugio montano di Raveo, paesino in provincia di Udine.

Dibattito in parlamento Giovedì mattina il governo riferirá al Senato e alla Camera sui recenti arresti delle Br. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. Forza Italia chiede che il dibattito si faccia subito, senza perdere tempo. "Se fosse vero che sarà non il ministro dell'Interno ma il viceministro Minniti a riferire sugli arresti e, soprattutto, che l'informativa del governo non si terrà oggi ma addirittura giovedì alla fine dei lavori parlamentari sarebbe un gesto di disprezzo per il Parlamento": lo ha detto alla Camera il capogruppo di Forza Italia Elio Vito, nel richiedere nuovamente che il governo riferisca "oggi stesso, e con la ripresa diretta della seduta", sugli arresti dei terroristi eseguiti ieri. La richiesta di Vito è stata condivisa anche da parlamentari della maggioranza.

Prodi L'operazione di polizia di ieri che ha portato all'arresto di diversi presunti esponenti delle nuove Brigate rosse è stato un "colpo letale" soprattutto perché si è trattato di "una azione preventiva, compiuta non dopo un fatto di sangue", ma prima. Lo ha sottolineato il premier Romano Prodi questa sera da Mumbay, penultima tappa della sua visita in India.

Sindacati "Sorpresa, sgomento, amarezza, delusione per non essere in grado di avvertire, intercettare presenze tra le proprie fila così distanti e nettamente contrarie ai valori della Cgil": la Filcem, la Federazione dell'energia e della chimica, che si è sentita "umiliata" dalla notizia dell'arresto, fra gli accusati di far parte della 'seconda posizionè della Br, di un proprio delegato della Ergom di Torino, Vincenzo Sisi, immediatamente sospeso dall'organizzazione. "Quando i coinvolti sono così numerosi, - commenta Alberto Morselli, segretario generale della Filcem-Cgil non ci si può girare dall'altra parte o fare semplicemente ricorso alla storia pur autorevolissima della Cgil".

Bondi "Non ho ascoltato finora una sola parola di solidarietà da parte di esponenti del governo e delle forze politiche di sinistra nei confronti del leader morale e politico dell'opposizione e dell'Italia della tradizione, Silvio Berlusconi, che le inchieste hanno rivelato essere un bersaglio delle Brigate Rosse". Lo dice Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia. "Mentre si ascoltano appelli all'unità, sempre più di maniera e con lo scopo di rinviare ancora una volta una riflessione critica sui propri errori, manca del tutto quella solidarietà politica e morale verso il leader dell'opposizione che per le sue battaglie di libertà e dal suo ingresso in politica è nel mirino dei gruppi eversivi della sinistra", conclude Bondi.

Maroni Molto duro il commento dell'ex ministro del Welfare, Roberto Maroni, circa le contiguità tra il mondo dell'eversione e le nuove Br: "I rapporti tra questi ambienti e il sindacato è roba vecchia. È dal 2002 che ne parliamo, da quando a guidare il sindacato era Cofferati, e oggi questa permeabilità si mostra con evidenza drammatica".

Castelli "Altro che togliere l'acqua in cui, come si diceva una volta, possono nuotare dei pesci... Ora abbiamo dei laghi che sono pieni". Così l'ex Guardasigilli Roberto Castelli attacca i presunti legami tra la sinistra e il terrorismo: "C'è una revisione culturale che indica un clima nuovo. Abbiamo segnali oggettivi. Basti pensare - afferma Castelli - come vengono rivalutati politicamente gli ex Br. Vediamo alcuni segretari di partito che trattano dei cattivi maestri come delle superstar".

Cofferati "È indispensabile che venga fatta tutta la luce che serve - ha detto il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati -. Da ciò che è già noto si ha la riconferma, da un lato, di un pericolo molto consistente e reale, dall'atra parte, del fatto che non bisogna mai abbassare la guardia perchè il rischio che nascano formazioni eversive o che si rivitalizzino organizzazioni preesistenti è sempre presente". Il sprimo cittadino di Bologna ha fatto sapere che scriverà una lettera alla vedova di Marco Biagi per spiegare le ragioni dell'intenzione, espressa giorni fa dal Comune di Bologna, di aggiungere nella targa in memoria del giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo del 2002, il riferimento alle Br.

Violante "Serve l'unità delle forze politiche perchè ogni forma di divisione crea spazi per il terrorismo". È l'opinione di Luciano Violante, il quale osserva anche che "i partiti e i sindacati non sono strutture militari" e quindi possono capitare infiltrazioni, ma quello che conta "è la reazione quando vengono alla luce cose del genere e il sindacato lo sta facendo molto bene".

Rifondazione Secondo il Prc "il terrorismo è nemico della democrazia, dei movimenti e della partecipazione popolare. Per queste ragioni, ribadiamo come inaccettabile ogni strumentalizzazione che intenda mettere in correlazione diretta o indiretta le indagini giudiziarie e gli arresti effettuati in queste ore con la partecipazione democratica e la pratica di movimento". È quanto si afferma in una nota della segreteria nazionale del Prc.

Cossiga "Avendo una certa esperienza di lotta al terrorismo e avendo cercato di comprenderne i motivi sociali e politici che l'hanno prodotto, e avendo una certa esperienza anche di movimentismo, mi permetto" consiglio di "fare sì che le inchieste siano sempre dirette da magistrati di sinistra".

Sacconi "Il presidente del Consiglio confida superficialmente che si tratti di un colpo fatale al terrorismo. Egli dovrebbe invece sapere che l'anomalia italiana di un terrorismo ideologizzato operoso da oltre 30 anni richiede, oltre al contrasto militare, un rigoroso taglio delle sue radici politico-culturali e l'isolamento degli ambienti che ne costituiscono il brodo colturale". Lo afferma Maurizio Sacconi, senatore di Forza Italia. "L'Italia - aggiunge - ha ospitato il più grande partito comunista dell'occidente senza avere conosciuto quella esplicita abiura del marxismo-leninismo che i tedeschi hanno realizzato a Bad Godesberg. Senza un confine a sinistra nei confronti di ogni forma di violenza politica e di radicalismo antagonista - conclude Sacconi - non è possibile quell'unità democratica che pure sarebbe necessaria".

Ferrando "La cosiddetta operazione antiterrorismo di questi giorni viene utilizzata cinicamente sia dal centrodestra, sia dal centrosinistra, sia da ampi settori di burocrazia sindacale per criminalizzare l'opposizione sociale e politica nel mondo del lavoro e nei movimenti".

Lo afferma Marco Ferrando, portavoce del Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori. "Particolarmente inquietante è che ciò avvenga alla vigilia della grande manifestazione di Vicenza ed a fronte del crollo di popolarità della politica sociale ed estera del governo presso ampie masse popolari".

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