Un braccio di ferro nato dopo la rivolta

Un braccio di ferro nato dopo la rivolta

Da diversi giorni è tornata alla normalità la situazione in via Bramante e in via Paolo Sarpi, nel centro della Chinatown milanese, dopo gli scontri avvenuti tra le forze dell’ordine e membri della comunità cinese, ma anche dopo il duplice omicidio, un’esecuzione in pieno giorno, a opera di due cinesi arrestati dalla polizia. I riflettori ora sono tutti puntati sul possibile trasferimento di Chinatown. Ma a scatenare le tante polemiche era stata la multa di un vigile urbano a una donna cinese. La pattuglia di vigili era stata aggredita proprio mentre stava notificando una multa a una macchina in doppia fila. Da qui l’inizio degli scontri e della protesta. Ora per quegli episodi la procura ha aperto un’inchiesta. Sul registro degli indagati ci sono sette persone.

Per l’omicidio invece ci sono due cinesi in carcere, entrambi giovani e senza il permesso di soggiorno che hanno confessato di aver ammazzato i due connazionali per un regolamento di conti tra bande rivali, spietate, che si spartiscono il territorio e gli affari sporchi di Chinatown.

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