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Braccio di ferro Romney-Gingrich

Secondo un sondaggio Washington Post/Abc News Romney e Gingrich, con il 30%, si contendono la leadership repubblicana. Segue Ron Paul con il 15%. Ma solo un terzo degli elettori è già sicuro della propria scelta. Intanto Obama alza i toni ed è più aggressivo con i suoi rivali: il 49% degli americani approva il suo operato, il dato più basso da marzo

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Obama ha cambiato registro, attacca direttamente i suoi avversari repubblicani e spesso usa toni populisti. Del resto anche il presidente è in campagna elettorale. Una campagna elettorale lunghissima, che lo vedrà girare in lungo e in largo, negli States, in attesa del voto del 6 novembre 2012. Un nuovo sondaggio Washington Post/Abc News evidenzia che, nonostante le difficoltà economiche in cui versa il Paese, il 49% degli americani considera soddisfacente l'operato del presidente. E' il livello più basso dallo scorso marzo, questo è vero, ma siamo sempre a un americano su due che non disdegna cosa ha fatto l'inquilino della Casa Bianca. Sempre lo stesso sondaggio evidenzia che tra i repubblicani l'unico in grado di tenere testa a Obama è Mitt Romney: in un ipotetico duello tra i due entrambi otterrebbero il 47% dei voti. Mentre in una sfida con Newt Gingrich il presidente avrebbe maggiori chance di vittoria (51% contro 43%).

A due settimane dall'inizio delle primarie repubblicane (si parte il 3 gennaio in Iowa), pare che si vada verso una sfida a due: Gingrich e Romney. Entrambi, sercondo la rilevazione WPost/AbcNews, sono al 30% dei consensi tra gli elettori del Gop. Dietro di loro, al 15%, c'è Ron Paul, che nelle ultime settimane ha praticamente visto raddoppiare il proprio consenso. I sondaggi, è bene ricordarlo, vanno presi con le molle. Non sono oro colato e possono essere smentiti in un batter d'occhio, a partire dai primi voti veri, quelli che si conteranno in Iowa. Anzi, spesso vengono utilizzati per influenzare l'opinione pubblica. Una buona regola per non "farsi fregare" è farsi un bel giro su Internet e dare uno sguardo a quanti più sondaggi possibili riusciamo a trovare in rete. E non fermarsi solo a quelli su base nazionale. La sfida, infatti, si gioca Stato per Stato.

Gingrich contro Romney

Per molti Gingrich è più qualificato per l'incarico - vista anche la sua esperienza da speaker della Camera - ma a eccezione dei Tea Party (che stravedono per lui) all'establishment repubblicano, che ritiene decisivi i voti moderati, piace di più Romney. Se non altro perché spaventa meno. E' vero, il candidato mormone non "scalda i cuori" ed è un flip-flop (cambia spesso idea), ma siamo sicuri che per vincere la "battaglia" contro Obama serva avere un candidato "estremista"? O meglio, è proprio così scontato che per conquistare la Casa Bianca i repubblicani debbano appaltare la campagna elettorale ai Tea Party? Staremo a vedere. Intanto è interessante rilevare che, tra gli elettori repubblicani, solo un terzo si dichiara convinto della propria scelta.

E' sugli indecisi, quindi, che si gioca la sfida.

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