Roma - "In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina a proposito del ricorso dell’onorevole Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento - si legge in una nota del Quirinale - si rileva che non c’è nessun nuovo ministero da organizzare in quanto l’onorevole Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio". Ecco le cinque righe che gelano il dibattito politico e "smontano" la tesi dei legali del nuovo ministro al Federalismo che hanno chiesto ai giudici del caso Antonveneta di applicare lo scudo al loro assistito.
Brancher: "Non so nulla" "Non so niente, devo sentire. Non ne sapevo niente". Il ministro Aldo Brancher, contattato telefonicamente, risponde così a chi gli chiede un commento sulla nota del Quirinale. "Per ora non c’è da fare commenti, prendo atto del contenuto della nota del Quirinale sul legittimo impedimento e dico che sarà valutata in sede giudiziaria come ogni altro elemento". Lo dice l’avvocato Pier Maria Corso, uno dei legali di Brancher. La richiesta di legittimo impedimento "sarà discussa domani in aula da un punto di vista tecnico", ma non è motivata con la necessità di organizzare il nuovo Ministero, bensì con l’esigenza di portare avanti le norme per le riforme istituzionali. Lo ha detto uno dei legali del neoministro, Filippo Dinacci, il quale ha spiegato che, nella lettera della presidenza del Consiglio allegata alla richiesta di legittimo impedimento si fa riferimento al numero dei disegni di legge in tema di riforme allo studio dello stesso Brancher e non, in senso stretto, alla necessità di organizzare il ministero.
Il ministro: "Anticipare l'udienza" A tarda sera Brancher torna sulla nota del Quirinale: "È stata data un'interpretazione errata" spiega a un cronista dell'Agi. "Si è letto in qualche quotidiano che io avrei dovuto organizzare il ministero, ma è chiaro che ho una serie di impegni per la mia attività conseguente dal mio nuovo compito. Sabato mattina sarò al ministero alle 8.30 per preparare una relazione tecnica come contributo al ministro Tremonti sul federalismo fiscale. Poi nei prossimi giorni ho da seguire il provvedimento sulla carta delle autonomie, il collegato della semplificazione amministrativa, poi c'è la manovra e infine i decreti attuativi. Io nel chiedere lo spostamento ho solo voluto sottolineare di aver bisogno di un po' di tempo per la mia nuova funzione". Poi spiega che "non ho nessuna intenzione di sottrarmi alla giustizia" e anzi "posso dare una disponibilità di anticipare il mio interrogatorio alla fine di luglio. Questo è un segnale chiaro". In ogni caso - afferma il ministro del Decentramento - "c'è stata una montatura assurda. Io sono stato nominato per lavorare nel merito della riforma e per portare avanti il mio impegno".
L'opposizione: "Ora si dimetta" Il Pd considera "un macigno" le parole del Quirinale e chiede le dimissioni del ministro Brancher. Una posizione espressa dal vicesegretario democratico Enrico Letta. "Le parole del Quirinale sono un macigno. Solo le dimissioni del ministro Brancher possono sanare questo scandalo. Le chiediamo per il bene del Paese e per il rispetto delle istituzioni" afferma Letta. Sulla stessa linea l'Idv: "La nota del Quirinale dimostra come Brancher abbia preso in giro non solo i magistrati, ma lo stesso presidente della Repubblica" dice Antonio Di Pietro. "L’Idv ha sostenuto, sin dal primo momento, che la vera motivazione per cui Berlusconi ha nominato Brancher ministro è quella di permettergli di sfuggire dalle aule del tribunale per garantirgli l’impunità e non certo quella di farlo lavorare per il Paese. L’Idv chiede le immediate dimissioni di Aldo Brancher e, per questo, presenterà una mozione di sfiducia. Vogliamo vedere - conclude Di Pietro - il parlamento da che parte si schiererà. D’altronde il caso Brancher è peggio del caso Scajola".
Bersani attacca la Lega "La Lega non può continuare a fare la ballerina, che c’è e non c'è, vede e non vede, ma è responsabile di tutto, Brancher compreso". A rialzare lo scontro sulla recente nomina di Aldo Brancher al ministero per l'Attuazione del federalismo e la conseguente richiesta di eccepire il legittimo impedimento dal processo Antonveneta, è il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che èintervenuto in piazza del Duomo a Milano per la manifestazione per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. "Basta alla Lega di lotta e di governo - ha tuonato Bersani - senza di lei non ci sarebbe tutto questo".
L'opposizione va all'attacco "Ieri il mondo ha imparato due cose sull’Italia - ha detto il segretario del Pd - che la Slovacchia ci ha buttato fuori dai mondiali e che nel nostro paese si fanno ministri per scansare la giustizia. Non so quale appaia più vergognosa, ma credo proprio la seconda". Sulla stessa linea anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che ha accusato: "Brancher si è fatto nominare ministro proprio per non andare al processo". Per Di Pietro, "spendere soldi pubblici per creare un ministero solo per questo scopo è un ladrocinio di stato". "Il troppo stroppia - ha invece commentato il leader centrista, Pier Ferdinando Casini - bastava il legittimo impedimento per il presidente del Consiglio e non c’era alcun bisogno di estenderlo ai ministri. Questa vicenda Brancher dimostra che è stato un infortunio per la maggioranza l’aver voluto fare la forzatura di estenderlo ai ministri, ed è stato un grande errore politico".
Le accuse di Bocchino Molto duro anche il coordinatore nazionale di "Generazione Italia", Italo Bocchino, secondo il quale "è inelegante che un ministro appena nominato ed ancora senza delega cominci il suo lavoro invocando il legittimo impedimento, che era stato votato per impedire le aggressioni della magistratura ai ministri e non per nominare ministri sotto processo". Anche per l’altro finiano, Fabio Granata, è "inopportuna sul piano politico la procedura con cui si è arrivati da parte del nuovo ministro a chiedere il legittimo impedimento. Sul piano formale, nulla da eccepire, su quello politico molto, anche alla luce di una delega che non è chiara e non è stata ancora attribuita".
Bossi: "Delega sbagliata" "L'errore fatto é quello di aver dato una delega sbagliata a Brancher che toccava il federalismo che è invece una cosa della Lega". Lo ha detto il ministro delle Riforme Umberto Bossi parlando alla festa della Lega di Paderno Dugnano.
Bossi, che anche domenica a Pontida aveva affermato "il federalismo sono io", ha ribadito che il ruolo di Aldo Brancher è quello del decentramento: "Dopo il federalismo il problema è il decentramento, cioé portare via i ministeri da Roma".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.