Il branco di Guidonia ha ormai le ore contate

Due romeni sotto torchio per la violenza sessuale a Guidonia. I carabinieri stanno stringendo il cerchio attorno alla banda che giovedì sera ha aggredito la ventunenne e il suo fidanzato, chiudendo lui nel bagagliaio dell’auto e violentando lei. Ieri per ore i due stranieri sono stati ascoltati dai militari, coordinati dal generale Vittorio Tomasone di Roma e dal colonnello Rosario Castello di Frascati. Dagli ambienti investigativi filtra pochissimo, ma si sa che non si tratterebbe di persone che vivono abitualmente nelle baracche disseminate nella zona.
Su di uno, in particolare, si sono addensati i sospetti e in serata potrebbe scattare il fermo. Si tratterebbe, infatti, dell’autore di una rapina avvenuta qualche giorno fa nella stessa zona, con le stesse modalità. La vittima di quell’episodio avrebbe riconosciuto l’uomo che l’ha aggredita, ma senza consumare violenza. Un terzo elemento, inoltre, è ricercato da militari.
In queste ore si fa sempre più concreto il sospetto che le belve abbiamo agito già altre volte a Guidonia. La giornata di ieri era iniziata con rastrellamenti nei campi nomadi, controlli a tappeto nei casolari abbandonati e indagini di laboratorio sui reperti prelevati dall’auto dei fidanzati e dalla discarica di via della Selciatella. I carabinieri del comando provinciale di Roma avevano esteso gli accertamenti anche ai campi abusivi e agli accampamenti rom non solo di Guidonia e Tivoli, ma di tutta la capitale. Duecentocinquanta militari hanno passato al setaccio 47 insediamenti, identificando più di 500 stranieri, dieci dei quali sono finiti in cella perché ricercati per vari reati. I blitz hanno interessato anche le zone adiacenti il fiume Aniene, con ispezioni nei casolari e ruderi in tutta la provincia e soprattutto a Colle Fiorito, Villalba, Tivoli Terme, Campolimpido, Favale, Settecamini. Unità cinofile ed elicotteri dell’Arma hanno sorvolato la città e i dintorni per ore, mentre centinaia di auto sono state fermate ai posti di blocco lungo tutto il litorale.
Gli investigatori, però, hanno capito subito che i balordi non erano da ricercarsi tra gli sbandati delle baracche, ma erano persone in Italia da più tempo. L’attenzione si è quindi concentrata soprattutto su elementi della criminalità straniera, che operano nella zona di Guidonia e Tivoli, e in passato hanno commesso rapine con le stesse modalità di giovedì sera. Proprio per questo motivo, non sono state risparmiate dai militari le abitazioni dove vivono i cittadini dell’Est Europa. E quattro sospetti ora ci sono.


Risultati utili per dare una svolta all’inchiesta, però, potrebbero arrivare presto dagli esami di laboratorio effettuati su numerosi reperti prelevati in via della Selciatella, dove è avvenuto lo stupro, e nell’auto dei due fidanzati che si trova ancora presso il Ris di Roma. Basterebbe un’impronta o una traccia qualsiasi lasciata dalla banda, per permettere la comparazione dei dati a disposizione delle forze dell’ordine.

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