Il brand del Piermarini vale più di quello di Nokia e McDonald’s

Nella classifica del made in Italy, il marchio scaligero vale tanto oro quanto pesa. Altro che globalizzazione e piattaforme di innovazione per le imprese in stallo. Secondo una ricerca dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, il valore del brand «La Scala» è stimato in più di 27 miliardi di euro, cioè più di McDonald’s e Google. Lo studio, realizzato a tre giorni dalla «prima» del 7 dicembre, quando sul palco del teatro milanese la stagione 2009/2010 prenderà il via con la Carmen diretta da Daniel Barenboim, conferma il momento magico dell’ente lirico, suggellato dal prossimo ritorno sul podio del maestro Claudio Abbado. Ma quanto conti a livello internazionale il brand del Piermarini è confermato in questi anni anche dal grande successo delle tournè all’estero, da Parigi a Tokio a Tel Aviv. Un autentico effetto domino interni-esteri anche perchè, come ha sottolineato con orgoglio il sovrintendente Stéphane Lissner, l’esportazione avviene a costo zero per il govermo italiano: tutte le tournée risulterebbero in pareggio col denaro dei teatri ospitanti. La Scala, insomma, paga, e la ricerca di Camera di Commercio lo conferma. La stima rientra nel progetto Eri (Economic Reputation Index), e si basa su dati Anholt Brand Index, Registro Imprese, Istat, Censis, Isnart, Istituto Tagliacarne, Best Global Brands, Brb Grey, Camera Commercio di Milano e Provincia di Milano. La Prima di lunedì che inaugura la stagione, rappresenta dunque la massima vetrina internazionale per ricordare al mondo, la forza del format milanese per eccellenza.

Il marchio della Scala è un brand globale, e se si trovasse a concorrere, come una multinazionale, con i maggior marchi commerciali si classificherebbe al quinto posto nel mondo, superando Nokia (23 miliardi di euro), McDonald’s (21,3 miliardi) e Google, posizionandosi dopo Coca Cola (45 miliardi di euro), Ibm (40 miliardi), Microsoft e General Electric. Un brand, che estende i suoi effetti anche nell’immediato circondario, come la provincia di Monza, dove l’impatto del marchio raggiunge circa 1 miliardo di euro.

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