Brescia in collisione con Verona: «Lasciate lo scalo di Montichiari»

BresciaIl tempo stringe per le sorti dell’aeroporto di Montichiari e il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, è deciso a trovare una via d’uscita dalla situazione. Oggi scade infatti il termine per la decisione di adesione all’aumento di capitale nella Catullo, la società veronese che gestisce sia lo scalo bresciano che quello scaligero. E se non ci sarà l’accordo, salterà anche l’aumento di capitale.
Montichiari deve essere bresciana: concessioni separate per Catullo e D'Annunzio, ma in un quadro di partecipazioni incrociate di pari peso per Verona, Brescia e Trento in seno alle due società aeroportuali. Questa l’idea di Molgora. Lo scalo, che attualmente offre solo tre voli, è controllato dalla Catullo, ma i soci bresciani chiedono che venga concessa loro l'autonomia gestionale. Molgora, a distanza di una settimana dall'annuncio della rottura con i veronesi, ha quindi scritto una lettera aperta ai sottosegretari Aldo Brancher e Alberto Giorgetti, ma anche al sindaco di Verona Flavio Tosi, al Presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi, al Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e, per conoscenza al sottosegretario Stefano Saglia per riaprire il tavolo delle trattative. L’idea di Molgora è quella di unire le proposte per creare un gruppo con due società, ciascuna con la sua concessione.
A Montichiari comandano i veronesi, di bresciano infatti c’è solo il 15% della società di servizi a terra, la D’Annunzio. Ai soci bresciani questo non va proprio giù, soprattutto se il rinnovo della concessione (prontamente contestato al Tar) avrebbe consolidato il controllo scaligero a Montichiari.
«Brescia chiede la garanzia della concessione (pagandola secondo valutazioni di mercato, sia chiaro) sull'aeroporto territorialmente suo, Verona offre una crescita dei bresciani in Catullo - scrive nella lettera aperta il presidente Molgora -. Le due vie non sono incompatibili: la creazione di un gruppo di due società (D'Annunzio e Catullo) ognuna con la propria concessione a partecipazioni incrociate, con Brescia al 20-25% in Catullo e Verona azionista in maggioranza assoluta nella stessa Catullo e, in maniera esattamente speculare, al 20-25% in D'Annunzio, oltre ad una significativa quota di Trento da entrambe le parti». Per Molgora questa soluzione comporterebbe un legame e un cointeressamento da parte dei due sistemi che sarebbe di estrema garanzia per tutti. La proposta del presidente ha raccolto i consensi del Pdl locale, secondo cui o si sigla l’accordo proposto da Molgora, o tanto vale chiudere i battenti dell’aeroporto.
All’interno del panorama aeroportuale la collocazione di Montichiari non è delle più rosee. O meglio, atipica.

Nata come supporto durante le attività di allungamento della pista di Verona nel 1999 (per il traffico civile), l’aerostazione di Montichiari non è riuscita ad affermarsi sul territorio per il traffico passeggeri. Molto meglio invece lo sviluppo del settore cargo, soprattutto dopo il sodalizio con Poste italiane, che è diventato il vero core-business dello scalo bresciano.

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