Da attore da camera a mattatore per platee big. Enrico Brignano non risparmia le energie e, a pochi giorni dalle esibizioni «sold out» al Palalottomatica, torna al Sistina dove stasera debutta il suo nuovo spettacolo ironico e autobiografico Le parole che non vi ho detto. «Mi sono messo gli scarpini e sono sceso in campo» gongola Brignano motivando la sua entrata in scena a gamba tesa (per dirla in gergo calcistico) in sostituzione del recital di Johnny Dorelli Night and day. Scesa in campo che in tempi di campagna elettorale farebbe pensare a una scelta ragionata da parte del comico romano, da sempre votato allumorismo e alla fustigazione dei costumi, ma non allinvettiva sulla cosa pubblica. Invece la politica è di nuovo assente dal canovaccio del suo show esilarante e coloratissimo, ricco di aneddoti e memorie dinfanzia con pentagramma del maestro Armando Trovajoli. In scena con Brignano, autore dei testi insieme con i suoi più stretti collaboratori - Mario Scaletta, Augusto Fornari, Massimiliano Orfei, Manuela D'Angelo e Massimiliano Giovanetti - cè la bionda Simona Samarelli, allevata tra le quinte dei musical (Grease, The Producers), sulla quale il comico aveva scommesso lanno scorso per la messa in scena di Brignano con la O. «Voglio solo colloquiare col pubblico e tirare fuori dal baule della memoria degli aneddoti curiosi. Quante cose nella vita si vorrebbero dire o fare e per un motivo o per un altro rimangono solo pensieri? È da quando ero piccolo che accumulo voglie inespresse: un vero e proprio bagaglio di (s)memorie, le mie». In questarmadio dei ricordi, pieno di abiti scelti e mai indossati, Brignano spartirà col pubblico 40 anni di vita passata a giocare a recitare. «Facevo lattore davanti a mamma e papà che puntualmente mi spedivano a fare Zorro o Otello in cameretta».
Nello spettacolo Brignano ne avrà per tutti, o quasi. «I politici sono dei comici nati. Fare battute sui leader di partito è come sparare sulla croce rossa, un tg è più divertente di uno show. Per questo preferisco la satira di costume». E a chi lo pungola insistendo sul paragone forzato con Enrico Montesano, lui risponde: «Enrico fa bene a fare satira politica, lui è un maestro io no. A Roma cè spazio per tutti. La vera sfida per me è riempire il Sistina come ho fatto col Palalottomatica.
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