BRITTI&BENNATO La strana coppia colora di rock la notte di Milano

L’inedito duo inaugura domani in piazza del Duomo la serata con la canzone che è già nella «hit» dei tormentoni

Paolo Giordano

Ma guardatela, questa strana coppia: Edoardo Bennato e Alex Britti saranno domani sul palco di piazza del Duomo a dare un po’ di colore rock alla Notte bianca. A dire il vero, la battezzeranno proprio questa attesissima galoppata fino all’alba, visto che il loro concerto inizia alle 21.30 (ingresso gratuito, informazioni al pubblico 800.023.583) e diventerà il punto di ritrovo per chi, da quel momento, inizierà a girovagare per il centro città intasato di festa. Dopo il breve vernissage di inizio maggio all’Alcatraz, sarà il debutto milanese in grande stile per questa coppia inedita che con il singolo, intitolato guardacaso Notte di mezza estate, è entrata nella inevitabile classifica dei tormentoni che comincia già a delinearsi. «Ci abbiamo messo un attimo a metterci d’accordo e a incidere questa canzone - ha detto ieri Britti tornando da un concerto in Sicilia -. Edoardo e io siamo amici da tanti anni, anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, ho iniziato a suonare per colpa sua, ascoltando i suoi dischi quando ero un ragazzino. Poi, quando sono diventato famoso anch’io, ci siamo conosciuti e spesso l’uno sale sul palco dell’altro. E, quando possiamo, andiamo a cena insieme: bistecche e vino, roba da star bene fino alle tre di notte». «Qualcuno ci ha visto insieme - ha detto Bennato, anche lui un bel gironzolone da concerti - e ci ha detto: perché non registrate qualcosa? Abbiamo risposto: perché no». Detto, fatto. E che tra loro ci sia un’intesa difficile da trovare lo dimostra anche il concerto: più di due ore sempre insieme, a cantare l’uno i brani storici dell’altro (e fa un bell’effetto sentire Britti nell’Isola che non c’è), scambiandosi senza imbarazzo il ruolo di gregario. «In realtà nessuno dei due si sente portaborse e a me piace da matti suonare la chitarra nei suoi brani. Per quest’occasione sono persino tornato a imbracciare quella elettrica, che ultimamente avevo trascurato». Britti, che è tornato da qualche mese con il cd Festa, l’anno scorso si era gravemente infortunato alla mano, sentendo la paura scendere fin nelle ossa: «Mi son ritrovato davanti la prospettiva di smetter di fare la cosa che mi piace di più al mondo: suonare la chitarra». Tutto risolto, ora? «Hai voglia», dice lui, con quell’accento romano, anzi romanesco che si è portato in giro per l’Europa e che ad Amsterdam, dove si rifugia sempre per ritrovare amici ed energia, diventa «un gioco scherzoso nelle serate autunnali». Ci tornerà anche quest’anno, dopo aver suonato in mezza Italia con Bennato e, come dice, «aver imparato qualcosa in più».
D’altronde Bennato è uno dei più guizzanti e intuitivi cantastorie italiani: le sue canzoni, come Capitan Uncino o Sono solo canzonette, sono entrate nel nostro dizionario collettivo e i colpi di scena come quello dello show televisivo Variety (nel 1980, lui aveva annunciato di presentare un album e invece ne presentò un altro) tracciano l’identikit artistico di questo cinquantenne che, come spiega il suo nuovo alleato estivo, «è incredibile perché ha ancora lo stesso entusiasmo di quando cantava da ragazzino nei cortili di Bagnoli».

Insieme sono la strana coppia del nostro pop, svincolata da ingombranti zavorre d’immagine e unita dalla voglia di stupire: «Non avrei mai immaginato che si potesse essere ancora così autentici, oggi», dice Britti. E, in effetti, un duo come questo regala alla Notte Bianca un colore nuovo: quello della passione d’altri tempi.

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