Roma - I dissidenti nell’Unione aumentano e il rischio di un voto brivido in Senato che mandi a gambe all’aria il governo Prodi, pure. A meno di una settimana dal voto del 6 giugno sulle mozioni anti-Visco la febbre sale. Il premier Romano Prodi sarà quasi certamente presente nell’emiciclo di Palazzo Madama data l’importanza del dibattito sul Viceministro dell’Economia e sulle presunte pressioni sul Comandante della Gdf Roberto Speciale per trasferire gli ufficiali che indagavano su Unipol-Bnl.
Al momento sono già cinque i documenti che andranno al voto: mozione della Cdl, dell’IdV, di tre senatori della Margherita scontenti del Pd, della Lega Nord e del senatore a vita Francesco Cossiga. Il documento della CdL sul quale, secondo il senatore forzista Andrea Pastore, convergeranno molti voti, chiede il ritiro della supervisione sulle Fiamme Gialle. La maggioranza è assalita da notevoli mal di pancia in quanto dovrà difendersi con solo due voti in più, 158 a 156, nel drammatico conteggio dove, sempre secondo Pastore, «i senatori a vita non credo prestino soccorso».
Il diellino Roberto Manzione fa sapere che in giornata gli ultraulivisti della Margherita, Willer Bordon, Natale D’Amico, lo stesso Roberto Manzione, e forse un quarto senatore, da trasformare il tris in poker, presenteranno un loro documento. L’Italia dei Valori di Antonio di Pietro ha già depositato il testo di una mozione in cui si chiede a Visco di fare un passo indietro lasciando «la delega al coordinamento della Gdf almeno fino all’accertamento completo dei fatti». La mozione potrebbe anche avere il voto favorevole di Fernando Rossi, ex Pdci, ora al Misto. Il leader dell’Inm, Sergio De Gregorio, ex IdV, ha fatto già sapere che voterà il testo dell’Italia dei Valori e spingerà sulla CdL per fare altrettanto, ma vota anche il testo della Cdl. La mozione della Lega, primo firmatario Roberto Calderoli, chiede al Senato di confermare la fiducia al comandante delle Fiamme Gialle Roberto Speciale.
Su Visco nessun accenno ma la maggioranza teme l’ennesimo trappolone dell’abile leghista. Per evitare «un mercoledì di passione» in molti nella maggioranza a Palazzo Madama sperano che da oggi fino al 6 giugno il Vice ministro possa fare un passo indietro togliendo una patata bollente dal piatto della maggioranza. Cesare Salvi, capogruppo della Sinistra democratica, dice: «un fatto inoppugnabile, al di là di quello che potrà accadere mercoledì, ad oggi la maggioranza può contare su nove voti in meno al Senato. Su questa oscura vicenda vogliamo chiarezza.
Abbiamo già chiesto al governo di dare una adeguata risposta ben prima che il caso sia dibattuto al Senato». Nella mozione presentata dal senatore a vita Francesco Cossiga si va controcorrente ed infatti l’ex Capo di Stato chiede a Prodi di «dimettere Speciale ed evitare al Parlamento un dibattito-farsa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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