Brucia il campo abusivo, sfollati 250 rom

Brucia il campo abusivo, sfollati 250 rom

E siamo a tre. Un altro campo nomadi milanese raso al suolo dalle fiamme. Dopo l’incendio della favela di via Barzaghi, dietro il Cimitero Maggiore, avvenuto il 21 giugno scorso, e il rogo che due giorni dopo ha distrutto parte di un insediamento rom a Sesto San Giovanni, ieri è toccato ad un accampamento in via San Dionigi, estrema periferia sud della città. Ancora una volta l’intervento dei Vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, ancora una volta bimbi a piedi nudi in fuga dalle fiamme. Circa 250 le persone che vivevano nel campo, sessanta i bambini sotto i 14 anni. Nessun ferito. Danneggiato il deposito di un’azienda che produce bancali e cassette di legno, confinante all’area bruciata.
Il primo focolaio è scoppiato verso le 15.20, subito estesosi a tutta l’area del campo. Il vento forte e la struttura stessa dell’insediamento - una trentina di baracche ammassate l’una sull’altra - hanno fatto in modo che in poco più di un’ora della bidonville di via San Dionigi non restasse più nulla.
«Abbiamo sentito quattro o cinque esplosioni molto forti - hanno dichiarato alcuni residenti in zona -. Probabilmente erano le bombole del gas che scoppiavano. In pochissimo tempo si è alzato un gran fumo nero, e le fiamme, alte anche tre-quattro metri, hanno invaso subito tutta l’area».
Non ancora definite le cause dell’incendio. Alcuni rom hanno parlato di un incidente, forse causato da bambini. Don Virginio Colmegna, della Casa della Carità, ha allargato le braccia: «Dicono che non è doloso. Certo che tutto è distrutto. Qui c’era un bel progetto, era un gruppo di persone che cercava di dare un senso al loro stare qui. Assieme avevano costruito i bagni e un allacciamento fognario». Tutto però abusivo. Dal campo stesso agli allacciamenti fognari, idrici ed elettrici che i rom avevano creato, complici del silenzio assenso del Comune. «Certo sono persone capaci di inventiva - ha commentato Irma Bertocco, operatrice dell’associazione “Nocetum” -. Sono tutti rom Caramidai, provenienti dal sud di Craiova, famosi per la loro abilità di costruttori». Abilità che, se andrà come le altre due volte che il campo è stato raso al suolo o danneggiato dalle fiamme, tornerà loro utile. È la terza volta infatti, nei quattro anni di vita dell’insediamento, che la baraccopoli subisce un incendio. La prima volta nel febbraio del 2005, la seconda un anno dopo. «Tutte e due le volte - hanno denunciato residenti della zona - le stesse persone sono tornate e hanno ricostruito tutto. Andrà così anche quest’altra volta, ne siamo sicuri».

Verso le 19 due autobus dell’Atm hanno trasportato ai dormitori messi a disposizione dal Comune le donne e i bambini. «Per gli altri - ha dichiarato Mariolina Moioli, assessore alle Politiche sociali, intervenuta sul posto - troveremo una soluzione in zona nei prossimi giorni».

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