Brucia raffineria Nube tossica minaccia Siracusa

Mariateresa Conti

da Priolo (Siracusa)

Erano in corso dei lavori di manutenzione. Dei lavori di manutenzione perché lì, in quel tratto di tubatura che collega due oleodotti, si erano verificate delle perdite di greggio che avevano messo in allarme i tecnici dell'impianto, la raffineria Erg di Priolo, in provincia di Siracusa. Ma nonostante l'intervento tampone proprio lì, in quel tratto di tubo sottoposto proprio nei giorni scorsi a lavori, ieri pomeriggio è avvenuto l'irreparabile: per cause ancora da accertare si è infatti sviluppato un incendio mastodontico, che alimentato dal petrolio grezzo è andato avanti per tutta la notte, e che ha provocato il ferimento in maniera grave di un vigile del fuoco addetto all'impianto aziendale. L'uomo, trasportato inizialmente all'ospedale di Siracusa, è stato trasferito all'ospedale Cannizzaro di Catania ed è in prognosi riservata. Feriti in maniera non grave - lievi ustioni e problemi respiratori legati all'intossicazione da fumo - altri sette vigili del fuoco, le cui condizioni non destano preoccupazioni. Globalmente hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici una decina di persone. E non è tutto. Alimentate dal carburante le fiamme hanno causato una minacciosa nube densa e nera che ha fatto scattare l'allarme non solo nella zona industriale di Priolo più vicina al rogo ma pure a Siracusa, a causa del vento che ieri sera spingeva il fumo proprio verso la città aretusea.
Scene da apocalisse, ieri, nella cittadina industriale della provincia di Siracusa. L'allarme è scattato alle 17.38, ma sino a tarda sera, nonostante il blocco dell'impianto e il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, le fiamme hanno continuato a divorare lo stabilimento. A preoccupare sia l'incendio in sé, difficile da domare per l'impossibilità dei vigili del fuoco di avvicinarsi troppo, sia la nube tossica che le fiamme hanno continuato ad alimentare nonostante lo stop a tutti gli impianti. I sindaci di Priolo e della vicina Melilli hanno fatto scattare quasi immediatamente lo stato di allerta, invitando i cittadini a tapparsi in casa. Ma in serata l'allarme si è spostato anche su Siracusa, tanto da rendere necessaria una riunione straordinaria per decidere il da farsi. L'incendio, secondo i primi accertamenti dei vigili del fuoco, si è sviluppato in un pezzo di tubatura larga circa mezzo metro che si trova nel sottopasso stradale dell'ex statale 114, tubatura che alimenta gli impianti dello stabilimento Erg Nord. Proprio qui, nei giorni scorsi, si erano verificate delle perdite. E nella tubatura era stato sistemato una sorta di collare che, secondo i vigili del fuoco, sarebbe «collassato», provocando la fuoriuscita di altro petrolio grezzo. Resta da capire, però, quale sia stata la causa scatenante della scintilla che ha provocato il rogo. Un problema di difficile soluzione, almeno sino a quando l'incendio non sarà stato completamente domato. I soccorsi sono scattati immediatamente. Sul posto sono accorse quattro squadre di vigili del fuoco (due di Siracusa, una di Augusta e una di Catania). In serata si stava però valutando la possibilità di utilizzare un canadair, in modo da rendere più incisivo l'intervento, e si sono aggiunte altre squadre di vigili del fuoco, allertate un po' da tutta la Sicilia. Per precauzione, è stato anche interrotto il traffico veicolare lungo la ex statale 114 e sulle altre arterie che collegano la zona industriale con i centri abitati di Priolo - distante appena tre chilometri - e con il resto della provincia. Il sindaco di Priolo, Massimo Toppi, ha subito attivato il sistema di avviso alla popolazione, invitando la gente a restare a casa. Ma il suo appello non è stato raccolto.

Gli abitanti di Priolo, ma anche quelli della vicina Melilli, terrorizzati dalla colonna di fumo nero e dalle esplosioni che si sono sentite distintamente anche a notevole distanza e che si sono susseguite per oltre due ore dal momento di inizio dell'incendio, si sono messi in auto nel tentativo di allontanarsi il più possibile da quel terribile rogo. Risultato: si sono creati ingorghi allucinanti. Un allarme nell'allarme.

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