Bucarest Stroncato traffico illecito di ovuli nella clinica scelta dagli italiani

Stroncato in Romania un gigantesco traffico illegale di ovuli per la fecondazione in vitro. La magistratura romena, che ha coordinato le indagini della maxi operazione, ha scoperto che il cuore dell’organizzazione internazionale era in una clinica di Bucarest. Il sito internet dell’istituto medico rivela che tra i suoi «clienti» figuravano numerose coppie provenienti dall’Italia, da Isreaele, dalla Gran Bretagna e da altri Paesi europei. Dall’inchiesta è emerso un business di centinaia di migliaia di euro l’anno.
La direzione investigativa dei reati di criminalità e terrorismo, la scorsa notte, ha arrestato oltre trenta persone, di cui tre sono rimaste in carcere, mentre le altre sono state rilasciate dietro il pagamento di una cauzione. Ma per gli inquirenti romeni il caso non è ancora chiuso, tanto che, nei prossimi giorni, potrebbero esserci nuovi sviluppi nell’inchiesta.
Il cervello dell’organizzazione, che lavorava a pieno ritmo, era un medico israeliano che nel 1999 aveva fondato e da allora gestiva la clinica «Sabyc» di Bucarest, una vera e propria «banca segreta» del seme e degli ovuli. Nel corso delle perquisizioni la polizia romena ha sequestrato cartelle cliniche, computer, documenti e denaro per 130mila euro.
Gli inquirenti romeni hanno ricostruito anche il meccanismo utilizzato dall’organizzazione internazionale. Le giovani donne, in un’età compresa fra i 15 e i 30 anni - secondo quanto riferiscono alcuni media di Bucarest - provenienti da Israele o dalla Romania venivano pagate sino a un massimo di 280 euro per l’espianto degli ovuli. Le donne straniere venivano registrate ufficialmente come degenti per cure mediche. Successivamente le coppie straniere che arrivavano in gruppo, accompagnate da medici di collegamento, pagavano tra i 10 e i 15mila euro per procedere alla fecondazione artificiale.

Secondo il sito della clinica «Sabyc», negli ultimi anni sono state eseguiti 1.200 impianti di ovuli, «con una percentuale di successo del 33 per cento». Le operazioni venivano eseguite da personale medico del centro e da noti specialisti, anche stranieri.