Politica

Bugie e omissioni sull'età della minorenne e la teste pagata per cenare e guardare

Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

L’ETÀ DELLA MINORENNE TRA BUGIE E OMISSIONI
Già, come si fa a campare senza Silvio? Domanda che dovrebbe incuriosire i pm, che invece si dicono certi della consapevolezza di Silvio della minore di Rubi. Prove? Scampoli di prove? Perché ne era a conoscenza Emilio Fede, che con la ragazza aspirante miss cinema ci ha scambiato due battute a un festival a Sant’Alessio Siculo due anni fa («Questa ragazza va seguita, ha tredici anni!»). Altre prove? Un interrogatorio di una persona che parla de realto, per sentito dire della Lolita marocchina: «Ricordo che lei diceva di essere molto amica del presidente del Consiglio con il quale, a suo dire, è stata spesso a casa del premier dove ha cenato, ballato, fatto sesso con lui il quale le dava molto denaro». Ruby ci giocava con l’età. Nessuno, per anni, ha saputo quante primavere avesse. S’è divertita persino col suo ex fidanzato carabiniere a cui ha detto prima una cosa e poi un’altra e un’altra ancora, per concludere alla grande. «Mi disse della sua amicizia con Berlusconi a cui non disse che era minorenne, ma che glielo avrebbe detto in seguito». A seconda dei testi, il Cav sapeva tutto, non sapeva, sapeva poco o forse non abbastanza. In mancanza della pistola fumante i pubblici ministeri hanno puntato sulla famosa «notte in questura». Se Berlusconi fece pressioni per l’affidamento di Ruby alla Minetti vuol dire che sapeva che l’affidamento riguarda i minori, e che quindi la ragazza marocchina non aveva diciotto anni. Ma il capo di gabinetto della questura di Milano, interrogato il 30 ottobre, ricostruisce la telefonata con il presidente del consiglio in questi termini: «La parola minore non fu pronunciata». A verbale il dirigente Pietro Ostuni una concessione ai magistrati la fa: «Era implicito che si trattasse di una minorenne perché si parlò di affido di una persona priva di documenti». Implicito, almeno per il dirigente di polizia esperto di tematiche che riguardano clandestini e minori e che non sono il pane quotidiano di un politico. «Affido», fuori dal burocratese questurino, è un verbo della lingua italiana dal significato anche generico. «Affidatela alla consigliera Nicole Minetti» è davvero la prova che Berlusconi conoscesse la minore età di Ruby Rubacuori? Tutto qui? C’è poi il riferimento al denaro che Ruby dice d’aver preso dal premier «che si è interessato» alla sua disastrata vita privata, come racconta la ragazza. Un altro punto chiave per accusare Berlusconi di sfruttamento di minore ipotizzando che i soldi fossero passati da Arcore a Ruby in cambio di «atti sessuali». La versione della marocchina, quella di un aiuto disinteressato, è bastata a far sorridere i detrattori del cavaliere. Tutti a pensare, o a dire, eccola qua, la panzana delle panzane. E invece no. Non solo perché la parola di Ruby quando è contro il premier viene presa per buona, ma perché dagli stessi atti emerge che più di una persona ha preso soldi da Silvio senza dover offrire nulla in cambio.  

LA SUPERTESTE PAGATA PER CENARE E GUARDARE
Su questo punto è la stessa procura che si dà la zappa sui piedi sopravvalutando il contenuto di un’intercettazione telefonica fra due amiche di Nicole Minetti, l’igienista dentale accusata di fare la maîtresse di Arcore. Il racconto di una di loro, presente a una serata a Villa San Martino, sembra portare acqua alla procura. Scene da Sodoma e Gomorra, festini alla Rocco Siffredi: «Quando qualcuno ha iniziato a far vedere il culo - dice M.T. - la serata è decollata (...) in un susseguirsi di scene più o meno volgari, come se fosse naturale, tutto questo buttasù (...). Dopodiché la scena è peggiorata in una sala discoteca mhmmm, e il degenero più totale cioè siamo proprio in un puttanaio, dove ognuno è libero di fare quel che gli pare...». Bene. Premesso che la stessa M.T. ammetterà tre frasi più avanti che «nessuno mi ha proposto nulla», la stessa superteste convocata dai magistrati smonta la portata della sua intercettazione.

A verbale il 16 novembre dirà che in quel «puttanaio» nessuno «ha fatto sesso» in sua presenza.  

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