Cè chi, invece di andare al mare, questestate ha fotografato le buche. Quelli dellassociazione BukenBike una domenica hanno perlustrato dalla mattina alla sera le mille strade della capitale, dalla Nomentana a Tor de Schiavi, da San Basilio a Cortina DAmpezzo. Ne è uscito un dossier fotografico, consultabile sul sito www.bukenbike.it, che attribuisce a Roma il titolo di capitale mondiale delle buche. Il tour inizia da piazza Sempione, nel IV Municipio. A dare il benvenuto ai girini è il centro di piazza Menenio Agrippa, nel cuore di Monte Sacro, con una bella toppa dasfalto, che con il caldo, è in avanzato stato di disfacimento. Una toppa ancora più grande semi-liquefatta si incontra in via Monte Subasio. In via Val Trompia sampietrini e asfalto a go-go, uno sullaltro. Una vecchietta col bastone tenta a fatica di attraversare via Val di Fiemme, valicando dossi e una ragnatela di buche. Non si presenta meglio via Nomentana, dove sul manto sembrano in atto piccole eruzioni vulcaniche. Poi via Chisimaio, via Scirè, dove non cè un solo metro di asfalto liscio. Lungo la Tangenziale Est, verso la Prenestina, quelli di BukenBike fotografano una serie di cartelli stradali rivolti verso il muro o sparsi al suolo. Si prosegue per Centocelle, si valica Tor de' Schiavi. Ovunque la stessa immagine: dossi, tombini malmessi, asfalto liquido. Le buche di via Morrovalle, a San Basilio, non hanno nulla da invidiare a quelle di Corso Francia. «Ormai la buca è diventata per Roma un simbolo come gatti e acquedotti, botticelle e grattachecche», ironizza a denti stretti il presidente di BnB, Massimo Mancini.
Un anno fa Mancini ha indirizzato una lettera aperta al sindaco Veltroni: «Buche chiuse con una badilata di catrame, strade finite e subito riaperte, tombini killer e guard-rail rappezzati col nastro adesivo, marciapiedi vergognosi e indegni. La preghiamo, sindaco: faccia sì che Roma cambi volto». Ci vorrebbe un miracolo. Ma quelli Veltroni, almeno per ora, non ne sa fare.«Bukenbike», dai ciclisti un impietoso dossier fotografico
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