Giovanni Porcella
La rifinitura è appena finita. Attilio Perotti anche se non è giornata di colloqui con la stampa si avvicina alla griglia del «Signorini» e con un sorriso tirato dice: «Andiamo in ritiro, dai frati Cappuccini così non ci disturba nessuno».
È una battuta, la comitiva rossoblù ha trovato alloggio a Marina di Massa, per stemperare una tensione che cè per forza, visto che questa partita per il Genoa arriva giù come una valanga.
Perotti ribadisce che la squadra si è allenata male con tre giorni di attesa frenetica, ma sembra non avere paura. È tutto qui, ormai si gioca. Marco Rossi è un po zoppicante, ma lui stesso fa capire che ci sarà, come dovrebbe tornare in campo dopo quattro mesi di stop dovuto al suo litigio con Valvassori Lamacchi. Infine Moretti verrà spostato a centrocampo e le due punte saranno Iliev e Grabbi. Perotti ha preparato un piccolo bunker abbandonando lidea di riproporre un 4-3-3 sulla carta troppo disinvolto. Eppure sono solo ipotesi perché il braccio di ferro con Soda è fatto oltre che di silenzi, anche di pretattica. Angelo Fabiani oltre ad un lodevole appello affinché vinca lo sport ha inquadrato così il match: «Loro aspettano da anni questo incontro. Per lo Spezia è la gara della vita. Vincere col Genoa, per loro, fatte le debite proporzioni, è come battere il Real Madrid. Ne siamo consapevoli.
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