Buon cibo, musica e allegria per 700 «nonni» di Baggio

La signora Giusi ha deciso di indossare un elegante tailleur verde smeraldo. «Per questa occasione - scherza - dovevo farmi bella!». Le operatrici del laboratorio occupazionale di via Anselmo da Baggio sono andate a prenderla, sotto casa. Dopo di lei, hanno fatto salire sul pulmino tutti gli anziani della zona. Destinazione: ristorante Rigolo, via Solferino 11. «Di solito il lunedì siamo chiusi - racconta il titolare, Renato Simoncini - per oggi un'eccezione: una giornata tutta dedicata agli anziani».
Settanta i fortunati che ieri hanno partecipato a questo pranzo speciale. «Ormai è il decimo anno che rispondiamo all’invito del Comune - continua Simoncini - per la prima volta però, abbiamo anche la musica». A quella ci pensa Attila. «Molti di questi anziani li conosco già - racconta alzando gli occhi dalla sua tastiera - vado spesso a esibirmi nei Cam per portargli un po’ d’allegria». Parola d’ordine: volontariato. Per il cantante, come per tutti i membri dello staff che hanno lavorato al Rigolo. «Sono quasi tutti amici che hanno dato la propria disponibilità». Come Rita, arrivata trafelata dopo una mattinata di lavoro. Di solito è lei che in pausa pranzo va lì a mangiare, ma ieri, ha deciso di dedicare il suo break per stare dall’altra parte, servendo questi ospiti insoliti. «È un piacere per me più che per loro» assicura, e mentre porge a Giuseppe il piatto ancora fumante, gli regala un gran sorriso. Per trent’anni ha fatto il taxista Giuseppe «e ora che sono in pensione - ammette - provo molta nostalgia per il mio taxi». Vive a Baggio, «nella piccola Parigi di Milano» - come ama definirla lui - e mentre mangia racconta di quel giorno di tanti anni fa, quando sulla sua macchina salì la grande Mina: «Che bella donna, ricordo ancora quanto fu affabile e gentile!». Più in là, siede Benedetta e accanto a lei tutte le sue amiche. «Non pensavo che ci avrebbero portate in un posto così bello», rivela. Dopo l'antipasto di salumi, arrivano le lasagne al ragù e mentre Attila suona, il vociare delle chiacchiere tende a salire sempre di più. Chi scherza, chi rammenta la Milano di un tempo e chi canticchia - «Se una colomba bianca verrà domani..» - scandendo il tempo con i piedi. Solo l’arrivo dell’assessore Moioli fa calare il silenzio, una breve pausa che è lei per prima a interrompere con i saluti.

Un giro dei tavoli e poi seduta a mangiare polenta e polpette. «Sono contenta di stare qui con loro perché vedo delle signore sorridenti e serene». Poi la promessa: «Dopo si canta!». E l’applauso che segue, rivela un entusiasmo che l’età non ha saputo cancellare.

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