Scoppia la polemica per il progetto di chiusura del centro per la procreazione assistita dellospedale Galliera, gestito dalla Curia genovese, con conseguente trasferimento del servizio al San Martino, dove sta nascendo un laboratorio più attrezzato. Mentre lassessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo commenta le indiscrezioni spiegando che «esiste unipotesi di migliorare e rafforzare ulteriormente il servizio concentrandolo al S. Martino», la Sinistra Arcobaleno chiede una smentita e, in caso contrario, minaccia una crisi politica. In una lettera inviata al presidente della giunta Claudio Burlando, sei consiglieri della Sinistra Arcobaleno affermano che «se la notizia fosse vera si tratterebbe di una grave violazione di un accordo politico» con «tutte le conseguenze che comporta. Riteniamo urgente una formale smentita e, contemporaneamente, lavvio di una verifica politica che annulli qualunque decisione».
Oggetto della polemica è il Dipartimento di Medicina della procreazione del Galliera, nato quando era arcivescovo di Genova il cardinale Dionigi Tettamanzi. I suoi successori, Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco, attuale presidente della Cei, non hanno mai accolto con favore questa presenza nella struttura legata alla Curia. Marco Nesci (Prc-Sinistra Arcobaleno) , in merito allopportunità che il servizio venga trasferito, tuona: «Il Galliera è una struttura pubblica che fa parte del sistema sanitario nazionale e deve perciò applicare le leggi dello Stato italiano, non quelle del Vaticano». «Lallarme dei colleghi di maggioranza - replica Montaldo - non ha motivo dessere. Francamente mi sembrano polemiche poco basate sui fatti. Primo obiettivo della Regione è permettere ai liguri di non doversi recare fuori Liguria per ottenere il servizio, con costi che ricadono sul nostro bilancio».
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