Bush: "Subito il piano per rilanciare l'economia"

Ottimismo sulla guerra in Iraq. Preoccupazione per il rallentamento dell' economia, avvertimento all’Iran, speranza per la pace in Medio Oriente. Economia e guerra dominano l’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione di George W. Bush. I democratici: "Vuota retorica"

Bush: "Subito il  piano  
per rilanciare l'economia"

Washington - Ottimismo sulla guerra in Iraq. Preoccupazione per il "rallentamento" dell' economia. Un ammonimento all’Iran. Una speranza per la pace in Medio Oriente. Economia e guerra hanno dominato l’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione di George W. Bush, un discorso in linea con la sua condizione di presidente dai mesi contati alla Casa Bianca. Parlando ad una nazione distratta dalla campagna elettorale per la sua successione, con i candidati democratici Hillary Clinton e Barack Obama in aula (il senatore nero era seduto accanto a Ted Kennedy), il presidente Bush ha affrontato subito il tema che più preoccupa in questo momento gli americani: la situazione dell’economia.

"Economia, periodo d'incertezza" Stando ben attento ad evitare il termine "recession", Bush ha ammesso che l’economia americana "sta attraversando un periodo di incertezza". "Nelle conversazioni delle famiglie, in tutto il paese, c’è preoccupazione sul nostro futuro economico. Tutti possiamo vedere che la crescita sta rallentando", ha detto il presidente sollecitando il Congresso ad approvare più rapidamente possibile il pacchetto di stimolo per 150 miliardi di dollari, basato su agevolazioni fiscali e su incentivi alle imprese, già approvato dalla Camera ma a rischio di impantanamento al Senato. Bush ha chiesto inoltre al Congresso che le riduzioni fiscali a suo tempo adottate, destinate a scadere nel 2010, diventino permanenti. Una richiesta che, con la maggioranza in mano ai democratici al Congresso, ha ben poche possibilità di essere soddisfatta. Bush, per ridurre gli sprechi, ha dichiarato inoltre guerra agli "earmark", le leggine inserite dai parlamentari per favorire progetti locali: in futuro metterà il veto a tutte le leggi che avranno dimezzato il loro contenuto di ’earnmark’ (per numero e per costi).

"In Iraq al Qaida in rotta" Sul fronte della guerra in Iraq, Bush ha dato un quadro pieno di ottimismo sulla situazione: «I nostri nemici sono stati colpiti duramente. Al Qaida è in rotta». Il presidente ha detto che la nuova strategia è un successo, che "sono stati raggiunti risultati inimmaginabili fino ad un anno fa. Qualcuno può cercare di negare che l’aumento delle forze ha funzionato, ma i terroristi non hanno dubbi: Al Qaida è in rotta in Iraq e sarà sconfitta. Anche se ci vorrà ancora del tempo". Oltre 20 mila soldati Usa saranno rimpatriati ma ulteriori riduzioni saranno decise sulla base della situazione sul campo: un ritiro troppo frettolo potrebbe minar ei progressi raggiunti. La prossima settimana Bush chiederà al Congresso altri 70 miliardi di dollari per portare avanti i conflitti in Iraq e Afghanistan.

Ammonimento a Teheran Bush ha inviato un messaggio duplice all’Iran invitando Teheran a rinunciare al suo programma nucleare: «sospendete in modo verificabile il vostro programma di arricchimento, in modo che possano iniziare negoziati». Ma il presidente, elencando i sostegni di Teheran ai vari gruppi terroristi, ha anche ammonito l’Iran che "l’America confronterà coloro che minacciano le nostre truppe, saremo al fianco dei nostri alleati, difenderemo i nostri interessi vitali nel Golfo".

Ottimismo sulla pace in Medio Oriente Il presidente ha espresso speranza per un accordo tra israeliani e palestinesi: "È giunto il momento per una Terra Santa dove un Israele democratica ed una Palestina democratica vivono fianco a fianco in pace". Bush ha ribadito anche l’impegno umanitario degli Usa per combattere la fame e le epidemie nei paesi più poveri del pianeta. Chiedendo fondi umanitari per altri 30 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Bush ha dato un contentino anche a New Orleans, devastata dall’uragano Katrina: sarà la sede del prossimo vertice Usa-Canada-Messico.

"In futuro meno petrolio" Sul fronte della energia Bush ha ribadito la necessità che l’America riduca la sua dipendenza dal greggio. "La nostra sicurezza, la nostra prosperità, il nostro ambiente richiedono una riduzione della nostra dipendenza dal petrolio", ha detto. Il presidente ha proposto la creazione di un fondo di due miliardi di dollari da impiegare nel campo delle ricerche sulla energia pulita. E ribadito che gli accordi sulla limitazione dei gas inquinanti devono comprendere tutti, compresi Cina e India.

Immigrazione e sicurezza sociale Per quanto riguarda la sicurezza Bush chiesto al Congresso di rinnovare, tra le varie cose, la controversa legge che autorizza le intercettazioni, destinata a scadere il primo febbraio, sottolineandone l’importanza per le agenzie federali Usa chiamate a difendere la sicurezza degli americani.

Il discorso di Bush ha evitato i Grandi Progetti, come la riforma delle leggi sulla immigrazione della Sicurezza Sociale, che erano stati tra gli obiettivi principali del suo secondo mandato: con poco più di 50 settimane alla Casa Bianca, con il Congresso in mano ai democratici, con un indice di popolarità minimo del 32 per cento, l’anatra zoppa Bush ha dovuto accontentarsi in questo suo ultimo Stato dell’Unione di programmi dalle ambizioni decisamente limitate.

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