«Busto Arsizio ultimo baluardo Vi spiego io come si vince»

Riconfermato sindaco di Busto Arsizio (Varese) al primo turno, Gigi Farioli (Pdl) è la dimostrazione che vincere si può. Ancora.
Sindaco, Busto è rimasto l’unico baluardo del Pdl. Il solo comune dove non c’è nemmeno stato bisogno del ballottaggio.
«Già. L’elettorato è intelligente e premia chi rispetta i programmi. E poi siamo riusciti a confermare l’alleanza con la Lega che in cinque anni non è mai stata messa in discussione».
Però c’è stato il rischio di una spaccatura prima del voto?
«C’è stata un’incomprensibile alzata di capo della Lega che qui però è stata ricondotta a unità. Io verso il Carroccio non ho mai cambiato atteggiamento e gli stessi leghisti con cui lavoro erano in imbarazzo per l’ipotesi spaccatura».
A Gallarate e Rho le cose sono andate diversamente.
«Evidentemente non sono stati capaci di fare sintesi all’interno del Pdl ma hanno fatto prevalere gli interessi di fazione. Ma la Lega da sola senza il Pdl non va nemmeno al ballottaggio».
Che lezione va tratta da queste amministrative?
«È finalmente emerso che nessuno può ritenersi rappresentante esclusivo di un territorio. Il Pdl non può basarsi solo sul carisma di Berlusconi ma deve imparare a radicarsi sul territorio».
Una critica pungente al partito.
«Non è più tempo di dividersi le caselle di potere conquistate dal solo Berlusconi. Il governo deve ripartire dalla aspettative della gente del 1994».
Quindi serve una grossa analisi di coscienza nel Pdl?
«Assolutamente sì. Queste amministrative sono una frustata riformatrice per ricostruire il partito».
Cosa vuol dire ricostruire?
«Vuol dire cominciare dal basso. Dalla gente».


In questi giorni ha parlato con il coordinatore Mantovani?
«Mi ha fatto i complimenti, dice che siamo il faro del Pdl».
C’è nell’aria qualche incarico nuovo?
«Io mi concentrerò sul mio mandato e su ciò che mi chiede la gente. Questo vuol dire essere presenti sul territorio».

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