da Roma
Lo schiaffo di Manchester è un ricordo incancellabile («io lì sprecai il mio gol più bello», il rammarico di De Rossi) e chiuse malamente lesaltante avventura della Roma nellultima Champions. Quello verbale del tecnico interista Roberto Mancini è più vicino nel tempo e accende le micce in vista della sfida diretta in campionato, in programma fra dieci giorni allOlimpico. Centosessanta giorni dopo lOld Trafford, la squadra di Spalletti torna in Europa, forte di quella lezione ma anche consapevole di essere diventata temibile sui palcoscenici che contano. E con un primato in campionato, sul quale Spalletti ha fatto subito professione di modestia. «Con lui ci vuole sempre il fazzoletto», il commento domenicale del collega nerazzurro, primo inseguitore della Roma. Da Trigoria Spalletti prova diplomaticamente a schivare la polemica, ma si capisce che la risposta al veleno lha già in canna: «Magari quel fazzoletto è lo stesso usato da Mancini quando ha perso lultima partita e ha detto che gli mancava un giocatore sulla destra». Il riferimento è ovviamente al dopo finale di Supercoppa, vinta dai giallorossi a San Siro.
Da buon toscano Spalletti va addirittura oltre: «Tra noi tecnici sarebbe sempre meglio non sconfinare e parlare solo di calcio. Roma e Inter sono due buone squadre, solo che noi ci siamo attrezzati per tentare di vincere, i nerazzurri invece devono vincere e basta». Il countdown sul faccia a faccia a Roma è già iniziato. Intanto cè il debutto di Champions e la Dinamo Kiev. Che riporta a quel drammatico 15 settembre di tre anni fa, quando la Roma visse una delle serate europee più nere della sua storia: il gesto stupido di Mexes, espulso per il fallaccio su Verpakovskis, linsurrezione ingiustificata dellOlimpico e la monetina lanciata dalla tribuna autorità che colpisce larbitro Frisk e che segna la fine anticipata del match, oltre che del cammino continentale dei giallorossi.
Oggi Philippe Mexes, che allora pagò con una lunga squalifica e che a luglio ha festeggiato la nascita della secondogenita Eva, è un giocatore più maturo. Così come lintero gruppo giallorosso. «Quello della disciplina è uno dei punti che abbiamo migliorato, ne siamo orgogliosi - dice Daniele De Rossi -. Su questo Spalletti ha spinto molto, prima cerano spesso discussioni in campo, era una situazione insostenibile. Ciò non vuol dire che ora accettiamo anche le scorrettezze degli avversari, ma senza eccessi». E di eccessi, in negativo, la Roma non vuole ripeterne. Nemmeno una sconfitta pesante come quella dellOld Trafford, dove i giallorossi torneranno il 2 ottobre prossimo. «La Champions per noi questanno è una situazione già vissuta e i giocatori qualcosa avranno imparato - sottolinea Spalletti -. Ormai siamo grandi, dobbiamo far bene perché ne abbiamo le capacità». «Lapproccio alla competizione - aggiunge De Rossi - sarà lo stesso, anche se un po di incognite sono cancellate. Ci sono comunque in Europa 7 o 8 squadre forti anche più di noi». Ergo, lobiettivo è di ripetere almeno il risultato della scorsa stagione.
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