Roma

C’è la Mullova per un Vivaldi virtuosistico

All’Auditorium il «Giardino Armonico» che propone, oltre al compositore veneziano, Bach, Sammartini e Haendel

C’è la Mullova per un Vivaldi virtuosistico

Domani alle ore 21 alla Sala Sinopoli dell’Auditorium, l’ensemble «Il Giardino Armonico» diretto da Giovanni Antonini, inaugurerà la stagione 2005-06 della Filarmonica Romana, con una serata di concerti barocchi che vedrà la partecipazione straordinaria della violinista Viktoria Mullova, solista in due concerti di Vivaldi (fra cui quello intitolato «Grosso Mogul») e nel Concerto in la minore BWV 1041 di Bach. In programma inoltre il Concerto grosso op. 6 n. 5 di Haendel, e due composizioni del milanese Giuseppe Sammartini: il Concerto in fa maggiore per flauto e il Concerto grosso in la minore op.4 n.5.
È il 1983 quando dalla lontana Russia, allora certo ben più distante di oggi, preceduta dalla gloria mietuta con le vittorie ai Concorsi Sibelius di Helsinki e Ciaikovsky di Mosca, fa la sua comparsa sulla scena europea Viktoria Mullova. Pubblico e critica sono subito soggiogati e l’artista viene considerata il prototipo del virtuoso del XXI secolo, ma al tempo stesso manifesta un interesse profondo per la musica antica.
A partire dal 2000 la collaborazione con John Elliot Gardiner, Frans Bruggen e il Giardino Armonico arricchisce il Bach della Mullova di una più profonda consapevolezza filologica. Oggi lo suona con il suo Stradivari Julius Falk del 1723, uno strumento con corde di budello, sul quale alterna l’arco barocco a quello moderno.
Il Giardino Armonico è un ensemble formatosi a Milano nel 1985, che unisce alcuni musicisti da tempo attivi nel campo della musica da camera eseguita su strumenti originali. L’organico del gruppo varia da tre a trenta musicisti e il suo repertorio si incentra sulla musica del Seicento e del Settecento. Verranno eseguiti due concerti «grossi», il genere inventato dall'italiano Corelli, qui rappresentato nella sontuosa versione dell'op. 6 (1740) di Haendel e in quella coeva (1747) del milanese Giuseppe Sammartini, quest’ultimo a lungo oboista proprio nell’orchestra haendeliana del King’s Theater.


Al genere del concerto «solistico», d’invenzione vivaldiana, si rifanno non solo, come è ovvio, i due esempi del musicista veneziano (entrambi eseguiti dalla Mullova), ma anche quello di Sammartini per flauto, e il concerto di Bach, che fu, come è noto, un appassionato studioso della musica strumentale vivaldiana.

Commenti