C’è il Siena, Spalletti non si fida

Dubbio Cicinho-Cassetti Giuly favorito su Perrotta Juan ancora in panchina A Totti sarà consegnata la Scarpa d’Oro

Nell’Olimpico giallorosso sbarca il Siena e qualcuno dalle parti di Trigoria già fa gli scongiuri. Perché la squadra toscana vista all’opera nella prima di campionato (ko casalingo con la Samp per 2-1) e in Coppa Italia nella trasferta di Cagliari (altra sconfitta per 2-1) fa inevitabilmente pensare alle piccole che l’anno scorso tolsero ai giallorossi tanti punti. Basti pensare alle retrocesse Ascoli, Chievo e Messina, con le quali la Roma ottenne una sola vittoria all’ultima giornata (Messina), quattro pareggi e una sconfitta.
Così è stato inevitabile per Luciano Spalletti, ieri in conferenza stampa, andare subito al nocciolo della questione e mettere il freno a un entusiasmo che, proprio nelle sfide che sembrano segnate, può giocare brutti scherzi. «Bisogna mantenere le stesse attenzioni con tutte le formazioni che andremo ad affrontare e già contro il Siena dobbiamo dimostrare d’aver capito la lezione dello scorso anno», ha sentenziato il tecnico toscano, secondo il quale «poi si può anche non vincere, ma quello che è successo l’anno scorso non mi sta bene».
Proprio i mesti ricordi dello scorso anno hanno spinto l’allenatore toscano a studiare approfonditamente gli avversari («Credo che Mandorlini abbia preparato un centrocampo più folto rispetto alla gara di domenica scorsa») e a indirizzare una serie di moniti al suo spogliatoio («Dobbiamo essere bravi a prevenire e a soffocare le loro ripartenze, perché la squadra avversaria tenterà di impostare la partita sui contropiede dobbiamo essere pronti nel contempo nel non farci trovare spiazzati»). Il mister di Trigoria, che ben conosce l’omologo senese, è conscio del fatto che il trainer bianconero sappia trasmettere il suo carattere battagliero alla squadra («A volte è il particolare che crea più timore»), ma sa anche di poter contare su un gruppo affidabile, per di più rafforzato dalla campagna acquisti, anche se è mancato l’atteso colpo dell’ultima ora: «Il nostro è stato un mercato molto positivo, ora abbiamo due giocatori per ruolo. Sì, avevamo pure pensato di completarci con una prima punta e l’avessimo trovata l’avremmo presa. Ma non è arrivata e la cosa non mi crea problemi».
Capitolo formazione: naturalmente Doni fra i pali, con ballottaggio Cassetti-Cicinho da una parte e Tonetto dall’altra. Al centro di nuovo la coppia formata da Panucci e Mexes. Poi, alle spalle degli attaccanti Totti e Vucinic, dovrebbero giostrare De Rossi e Giuly (rinviato il ritorno di Perrotta), il brasiliano Taddei decentrato a sinistra e l’uomo più in forma del momento, Alberto Aquilani. Ancora panchina per Juan, tribuna per gli acciaccati Pizarro, Andreolli, Mancini e Ferrari.
Titoli di coda dedicati al capitano. Oggi, poco prima del fischio d’inizio, a Francesco Totti verrà consegnata la Scarpa d’Oro, conquistata grazie alle 26 reti segnate nell’arco del campionato scorso.

Una festa che porta i tifosi alla memoria di trofei Chevron che venivano assegnati ai cannonieri italiani negli anni Ottanta. Ora, accanto all’immagine un po’ sbiadita di Roberto Pruzzo, c’è da posizionare quella del gladiatore di Porta Metronia.

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