Caccia, impugnata la legge

Soddisfatti i Verdi Forza Italia: «Una presa di posizione ideologica»

È ancora scontro tra il governo e la Lombardia. Dopo la legge sull’ambiente, il Consiglio dei ministri ha deciso nella riunione di ieri di impugnare davanti alla Corte costituzionale anche la legge quadro approvata dal Consiglio regionale della Lombardia sulla caccia in deroga. Una scelta «verde», partita dal ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. «Ci troviamo davanti a una presa di posizione ideologica e preconcetta, è l’ennesimo attacco pretestuoso al mondo venatorio» è il commento dell’azzurro Carlo Saffioti, presidente della commissione regionale Attività produttive e relatore del testo. Il vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura, Viviana Beccalossi, invita Pecoraro Scanio a spiegare i motivi dell’impugnazione direttamente ai cacciatori, durante il Salone internazionale del settore armi sportive, in programma a Brescia dal 14 aprile e si offre di accompagnarlo: «Così potrà anche conoscere personalmente i rappresentanti di un comparto che dà lavoro a migliaia di persone». Saffioti, da relatore, assicura che la legge lombarda «è stata predisposta e approvata in assoluta osservanza della legislazione nazionale ed europea in materia» e difende il mondo venatorio: «Oggi, ad avere a cuore la cura dei nostri boschi e a provvedervi, in molte zone sono rimasti i soli cacciatori. Sono pertanto convinto che alla fine la Corte Costituzionale farà prevalere il buon senso».


Ovviamente soddisfatto, invece, il capogruppo dei Verdi in Regione Carlo Monguzzi, che aveva contestato la legge già al suo passaggio in aula: «Come può la caccia a specie protette, permessa eccezionalmente e per gravi motivi (motivi sanitari, disturbo agli aerei, danni irreparabili ed estesi alle coltivazioni agricole) dalla normativa europea, diventare addirittura una legge quadro? Bene ha quindi fatto il governo ad impugnare il provvedimento».
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