Un cacciatore scivola e si spara al petto: il fratello lo vede morire

Un cacciatore scivola e si spara al petto: il fratello lo vede morire

Una passione non priva di pericoli quella della caccia. Uno sport nel quale bisogna fare molta attenzione agli altri ma anche a se stessi se si vogliono evitare vere e proprie tragedie. Come quella accaduta ieri mattina a Vincenzo Fulvio Cazzulani, un pensionato di 66 anni, residente a Cinisello Balsamo ma morto in un incidente di caccia nella campagne tra Cambiago e Gessate, mentre era a caccia con il fratello 80enne Cesarino.
Intorno alle 9 i due si trovavano nei campi nei pressi della cascina Rogorino, un’area di campi, un po’ accidentata, ma molto frequentata da cacciatori soprattutto in questa stagione. Cesarino ha detto a Vincenzo che si allontanava un momento e gli ha affidato il proprio fucile. I due si sono separati e Vincenzo ha continuato a camminare nei campi con entrambe le armi. È stato allora che è successa la disgrazia. Forse il pensionato ha inciampato o forse, improvvisamente appesantito da quelle due armi, ha perso l’equilibrio. Sta di fatto che è caduto a terra ed è stato così che la canna del suo fucile, che portava regolarmente sulla spalla, gli si è infilata sotto l’ascella ed è partito un colpo. Il proiettile - come spiegheranno in seguito gli operatori del 118 ai carabinieri della compagnia di Cassano d’Adda intervenuti sul posto - ha trapassato la zona omerale conficcandosi nell’aorta.
A nulla è valso l’intervento immediato di Cesarino che, attirato dallo sparo ma soprattutto dalle grida di Vincenzo, lo ha soccorso e ha chiamato il 118. Quando gli operatori sanitari sono arrivati sul posto hanno tentato di rianimarlo, ma Vincenzo Cazzulani è morto dissanguato nel giro di pochi minuti. L’uomo lascia la moglie e una figlia.
«Una disgrazia terribile - spiegano i carabinieri -. Non abbiamo avuto dubbi sulla dinamica dei fatti, soprattutto dopo aver visto la vittima e il cadavere. Il 118 ha fatto tutto quel che poteva ma una lesione all’aorta purtroppo non perdona».
Due settimane fa, un altro cacciatore, stavolta residente a Milano, è morto mentre praticava il suo sport preferito sotto gli occhi del figlio in val Formazza, in Piemonte. Guido Tosi, 62 anni, precipitò da 1.600 metri di quota e fu lo stesso figlio a chiedere aiuto. Solo grazie all’ausilio degli uomini del soccorso alpino, dopo diverse ore, la salma venne recuperata.
Del resto la stagione 2011 è iniziata proprio male e, tra l’altro, con incidenti causati da singoli cacciatori su se stessi.

Il 1° settembre, in Sardegna, nelle campagne a una decina di chilometri da Cagliari, un uomo di 40 anni è rimasto ferito mortalmente poco dopo esser sceso dalla sua auto e aver fatto pochi passi sul terreno di caccia. Mentre appoggiava a terra il proprio fucile, una doppietta calibro 12, sono partiti due colpi che lo hanno raggiunto al fianco. IL poveretto era solo ed è morto dissanguato.

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