Roma

Il cagnolino e l’evaso Storia di fedeltà messa in musica

Aristeo, Belmonte e Dario sono i tre cani di piccola taglia che da anni vivono in simbiosi con Hans Werner Henze, noto compositore tedesco naturalizzato italiano, 83 anni lucidamente portati, che da oltre mezzo secolo ha scelto di vivere in Italia, alle porte di Roma, in una villa nella campagna di Marino, ai Castelli.
«Una casa come questa - conferma Hans Werner Henze - a Marino, in un ambiente come i Castelli romani non esiste in Germania. Ho sempre voluto vivere qui, da solo, con i miei cani».
«Immolazione», dramma in musica di Henze, da un’azione drammatica dell’austriaco Franz Werfel, in prima assoluta a Santa Cecilia, da domenica a martedì, ha per protagonista proprio un cane. Non ha un nome; si dice che è un cagnolino bianco di pelo, curato, che ha smarrito il suo padrone. «La storia raccontata da Werfel, pubblicata nel 1913, mi ha sempre attratto per l’incontro-scontro di due forti emozioni: dolcezza ed amore nel cagnolino, brutalità e disperazione nell'evaso; da tempo volevo metterla in musica; mi sono deciso a farlo, quando mi è arrivata la commissione dell'Accademia di Santa Cecilia, la prima che mi giunge da una istituzione musicale italiana".
La prima, in senso letterale? Come è possibile, se Lei è fra i compositori più noti, osannati ed eseguiti in ogni parte del mondo.
«Non ci crede? Vuole che le rispondo con una bugia? L’accontento. Hanno tentato molte volte di commissionarmi un’opera e io non ho mai accettato».
E se oggi lo facesse, che so, La Scala?
«Risponderei no. Non ho tempo».
Anche Santa Cecilia ci ha messo mezzo secolo prima di prendere questa sacrosanta iniziativa. Qual è la storia raccontata da Werfel?
«Racconta di un cagnolino, appunto, e di un evaso in fuga. Si svolge nel sobborgo di una grande città, in riva ad un fiume. L’evaso è inseguito dalla polizia e, nella sua fuga, incontra un cagnolino che ha smarrito il padrone; appena lo vede gli dichiara la sua fedeltà. Ma all’evaso il cagnolino è di intralcio nella fuga. E lo uccide. Ma quel suo sacrifico - Immolazione, recita il titolo - servirà all’evaso per ripensare tutta la sua vita di assassino».
Com’è concepito questo suo dramma in musica?
«Due i personaggi principali: cagnolino ed evaso - rispettivamente tenore e basso - interpretati da Jan Boistridge e John Tomlinson. Ci sono anche un ispettore di polizia, affidato alla voce di baritono, e quattro poliziotti, due tenori e due bassi. La comprensione del testo, in lingua tedesca, verrà facilitato dai sopratitoli in italiano. E poi c’è l’orchestra e un pianoforte concertante, affidato allo stesso direttore , Pappano».
Era fondamentale per la drammaturgia musicale la presenza dello strumento «concertante»?
«È un regalo a Pappano, un musicista che stimo e del quale apprezzo anche le doti umane. Pappano appartiene alla schiera di direttori che sentono l’obbligo morale di ricercare ed esprimere la verità della musica. Per Santa Cecilia è un dono meraviglioso!»
Ha già in cantiere, diceva, un’altra opera, commissionata da un importante festival tedesco. Qualche anticipazione.
«Ha già il titolo: Gisella. La storia l’ho inventata io. Gisella è una studentessa di archeologia, tedesca, che, a Napoli, si innamora di un giovane, il cui nome è Pulcinella. Su questa storia d’amore incombe però un Vesuvio minaccioso».


Il programma del concerto è completato dal Das Lied von der Erde ( Il canto della terra) di Gustav Mahler.

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