La Cai non si scioglie: «Aspettiamo un segnale dai dipendenti»

I soci della cordata convinti che la maggioranza dei lavoratori sia con loro. E non si esclude una «marcia dei 20mila». Mediobanca alla finestra

da Milano

Roberto Colaninno a Noale, nel Bellunese, in casa della sua Aprilia; l’advisor Corrado Passera alle prese con la routine quotidiana nel quartier generale di Intesa Sanpaolo a Milano; Marco Tronchetti Provera in Pirelli. Chi ha lanciato il salvagente ad Alitalia e ha visto i piloti insieme alla Cgil rifiutarlo con sdegno, ha trascorso il giorno successivo al fallimento delle trattative al lavoro come sempre.
Da Colaninno, però, non è arrivato alcun «rompete le righe», come sottolineato ieri mattina a Radio anch’io da Gian Maria Gros Pietro, presidente di Atlantia, gruppo presente nella cordata pro Alitalia.
La Cai, in pratica, non verrà smantellata per due ragioni. Gli imprenditori che la compongono, tutti concordi sull’impossibilità a proseguire il negoziato alle condizioni poste dai «ribelli», sono consapevoli che la maggioranza dei dipendenti della compagnia aerea è d’accordo con loro. Un «miracolo», dunque, potrebbe ancora verificarsi. Per esempio, una sorta di nuova «Marcia dei quarantamila», in questo caso sarebbero però meno di ventimila (i numeri di Alitalia sono inferiori a quelli della Fiat).
La maggioranza silenziosa, insomma, potrebbe prendere coraggio e mettere all’angolo chi, con la propria testardaggine e per interessi diversi, costringerebbe migliaia di famiglie a trovarsi improvvisamente «a terra». Il rischio concreto, come riferiamo a parte, è infatti che gli aerei non possano più volare tra dieci giorni.
La seconda ragione è che l’azionariato della Cai rappresenta un caso unico nella storia dell’imprenditoria italiana, come forza economica, liquidità disponibile e capacità di reazione. Fare morire questa cordata vorrebbe dire perdere un grande valore per il Paese. Da qui l’idea di mantenere in vita la Cai, comunque vadano le cose. Chissà che in un futuro più o meno remoto questa cordata possa nuovamente mettersi al servizio del Paese. «Quello che avverto - afferma una fonte vicina alla Cai - è che tutto non è perduto e che la cordata sarebbe pronta a rimettere sul tavolo la sua proposta se arrivasse un segnale dalla controparte».
Nel frattempo Colaninno ha ripreso il suo ruolo di capo azienda alla Piaggio, per la verità mai venuto meno anche nelle scorse settimane, imitato dagli altri imprenditori che hanno aderito alla cordata. E il ritorno del tandem Colaninno-Sabelli alla guida di un grande gruppo industriale è rimandato sine die. Il ritiro dell’offerta da parte della Cai, non significa, però, che Alitalia non interessi più a nessuno. Il dossier sulla compagnia aerea resta sempre all’attenzione di Mediobanca. Anche se per l’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, «la situazione è delicata per tanti versi» e, quindi, «il silenzio è d’oro».

Mediobanca starebbe comunque seguendo con attenzione la vicenda: in questo momento, però, secondo quanto evidenziano fonti finanziarie, non avrebbe in corso contatti particolari oltre a quelli usuali per una banca d’affari.
La strategia di Piazzetta Cuccia sarebbe quella di restare alla finestra, in attesa di eventi, e - nel caso - di avere ben chiaro il ruolo che potrebbe giocare in un’ipotetica nuova partita.

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