Convocazione in nazionale rifiutata, le conseguenze per Acerbi: cosa dice la regola 76

Il difensore dell'Inter ha scelto di non accettare la chiamata di Luciano Spalletti, violando di fatto una norma delle NOIF

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Continua a tenere banco la vicenda del rifiuto alla convocazione in nazionale da parte di Francesco Acerbi. Il difensore dell'Inter, reduce dalla pesante débacle in finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain, ha scelto infatti di non rispondere alla chiamata di Luciano Spalletti, intenzionato ad averlo a propria disposizione per il doppio confronto con Norvegia e Moldavia valido per le Qualificazioni ai Mondiali 2026. Porte chiuse in faccia al ct, dunque, una situazione decisamente inusuale che ha fatto storcere il naso a tanti, pur avendo il calciatore spiegato le motivazioni alla base della sua decisione. Potrebbero esserci delle conseguenze per lui?

Esiste un pacchetto di regole studiate ad hoc per disciplinare le convocazioni in nazionale, e si fa riferimento nello specifico agli articoli 75 e 76 delle "Norme Organizzative Interne Federali" della FIGC (le "NOIF"). Tra quelle più note, proprio perché negli anni ci sono state accese polemiche tra le squadre di club e le nazionali per quanto concerne le convocazioni, c'è il comma 3 dell'articolo 75, nel quale si stabilisce che "le società hanno l'obbligo di rilasciare, nel rispetto della normativa FIFA, i propri calciatori e calciatrici convocati per la Nazionale A maschile e femminile. Per le attività, anche non ufficiali, delle altre Squadre Nazionali, le società devono mettere a disposizione della FIGC i propri calciatori e calciatrici nei tempi fissati dalla stessa Federazione".

Ma parlando di calciatori, è l'art.76 quello preposto a regolamentare la questione convocazioni, e nello specifico al comma 2 si trova la norma la cui violazione potrebbe essere contestata ad Acerbi. "I calciatori e le calciatrici che, senza provato e legittimo impedimento, neghino la loro partecipazione all'attività delle Squadre Nazionali, delle Rappresentative di Lega nonché delle Rappresentative dei Comitati sono passibili di squalifiche da scontarsi in gare ufficiali della loro Società", si legge infatti. "In tali casi, il Presidente Federale, i Presidenti delle Leghe, il Presidente del Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica, i Presidenti dei Comitati e delle Divisioni, hanno potere di segnalazione dei calciatori e delle calciatrici - e delle Società, ove queste concorrano – ai competenti organi disciplinari, ai fini di un eventuale deferimento", conclude il comma 2.

Il difensore dell'Inter potrebbe quindi rischiare di subire una squalifica da scontare con la maglia del proprio club di appartenenza, ma solo nel caso in cui fosse la Federazione a fare la segnalazione: al momento, tuttavia, non sembrano esserci i segnali di un braccio di ferro tra le parti, e lo stesso Spalletti ha lasciato intendere che farà a meno di Acerbi.

Ad ora l'ultima in maglia azzurra del difensore dell'Inter risale al 20 novembre 2023, quando l'Italia pareggiò 0-0 con l'Ucraina in occasione delle qualificazioni a Euro 2024, manifestazione a cui non prese parte a causa di un infortunio. Da quel momento il ct non lo prese più in considerazione. All'indomani dell'eliminazione dell'Italia in Nations League dopo il 3-3 con la Germania lo scorso 23 marzo, qualcuno in conferenza stampa gli consigliò di prendere nuovamente in considerazione anche Acerbi: "Ma lei sa di che anno è Acerbi?", rispose piccato il commissario tecnico. "Ho capito, secondo me Bastoni, Calafiori e Buongiorno hanno delle qualità importanti uguali. Che Acerbi sia un calciatore fantastico, che stia facendo benissimo sono d'accordo. Però credo in questi calciatori che ho portato e vado avanti così. Poi si può tornare a fare tutto. Ma devo dare delle chance e devo rendermi conto. Grazie del consiglio", concluse.

Ebbene quel consiglio evidentemente è tornato utile ora, per cui Spalletti ha deciso di fare marcia indietro, convocando Acerbi. Proprio il contenuto di quell'intervista è presumibilmente il fulcro del malumore del difensore dell'Inter, che ha chiuso le porte in faccia al ct, motivando la sua decisione via social."Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me", ha scritto il difensore nerazzurro.

"Ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti, non esistono ad oggi le condizioni per proseguire serenamente questo percorso. Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte", ha concluso.

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