
Non basta Moise con Israele. Ci vogliono anche Politano, Raspadori e Tonali per tre punti fondamentali dopo che Kean aveva tenuto in vita l'Italia in una delle partite più rocambolesche nella storia della Nazionale. Due volte in svantaggio gli azzurri, poi avanti di due gol ma ripresi all'ultimo minuto, prima del destro di Tonali in pieno recupero per il 5-4 definitivo, nel pallottoliere pure due autogol. Una sofferenza inaudita per vincere, per tenere viva la speranza Mondiale. Ma servirà ben altro a Rino Gattuso, a partire dalla difesa, per giocarsi davvero la qualificazione.
La vigilia è solo l'antipasto di quello che ci si può aspettare a Udine tra un mese, quando Italia e Israele si ritroveranno di fronte. Lo striscione sotto casa di Gattuso: «Non si gioca con chi uccide i bambini»; Israele in campo con il lutto al braccio per le vittime dell'attentato terroristico a Gerusalemme; i sedicenti tifosi italiani si voltano di spalle all'inno israeliano come l'anno scorso.
In questo clima surreale l'Italia parte male, sicuramente senza la testa di Bergamo. Un paio di distrazioni non fanno suonare il campanello d'allarme e dopo un quarto d'ora ecco la frittata: Dimarco lascia impostare, Tonali si fa sorprendere alle spalle e sul cross arretrato Locatelli deposita in rete per la più classica delle autoreti. Lo schiaffo sveglia ma non troppo l'Italia che rispetto all'Estonia ha due novità: Mancini per Calafiori per avere un marcatore puro; Locatelli per Zaccagni per fare densità in mezzo. Mosse inutili. Detto dell'atteggiamento superficiale lo schieramento risulta monco perché a sinistra c'è spesso solo Dimarco. Comunque l'Italia risale: Locatelli prova a rifarsi ma sbatte sulla traversa, Kean spreca. Gattuso si sbraccia, Israele fa paura anche perché c'è un'evidente differenza di condizione fisica. A scacciare i fantasmi ci pensa il tandem d'attacco varato a Bergamo: Retegui inventa, Kean segna.
Andare all'intervallo con il risultato in equilibrio è un successo. Kean ha subito la palla del sorpasso, ma il portiere dice no. È un'illusione perché Solomon fa girare la testa agli azzurri e Peretz piazza il sinistro sotto la traversa. Choc azzurro che però dura pochi secondi. Ci pensa ancora Moise, stavolta l'assist di Retegui è un tocco involontario, a riprendere Israele con il decimo gol in Nazionale. Il presidente Gravina sembra non capacitarsi, ma subito dopo festeggia il sorpasso: stavolta assist vero, verissimo di Retegui con il tacco, e diagonale di Politano. La mano di Gattuso in questo angolo di Ungheria si vede solo nella resilienza di fronte alle difficoltà. Anche se spesso gli azzurri se le creano da soli perdendo palloni banali che danno coraggio a Israele. I cambi non aiutano.
L'Italia torna a sbandare, Donnarumma salva alla disperata. Ci pensa Raspadori, appena entrato, a scacciare definitivamente i fantasmi. Sembra. Perché in tre minuti l'autogol di Bastoni e un'altra dormita difensiva ci riportano nel baratro. Tonali ci tira fuori per i capelli.