La figuraccia in Norvegia, Spalletti e il Mondiale. Gravina sulla crisi della Nazionale

Il presidente della Figc ha parlato anche di un possibile cambio sulla panchina azzurra: "Su Spalletti attacchi immeritati. Serve la miglior soluzione per rilanciarci"

La figuraccia in Norvegia, Spalletti e il Mondiale. Gravina sulla crisi della Nazionale
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Non c'è pace per la Nazionale. La pesante sconfitta in Norvegia rischia infatti di compromettere la qualificazione al Mondiale 2026 che, se mancato, sarebbe il terzo consecutivo senza gli Azzurri. Uno scenario che il presidente della Figc, Gabriele Gravina, intervenuto al Festival della Serie A a Parma, non vuole nemmeno prendere in considerazione: "Non voglio nemmeno pensare a un'Italia senza Mondiale. La maglia azzurra non è un colore, è una eredità e questo dobbiamo farlo capire ai ragazzi che la indossano".

La sconfitta di Oslo non è stata digerita dal numero uno della Figc: "Bisogna capire come si perde. In questo momento la Norvegia è più forte di noi, ha qualità straordinarie ed ha avuto una crescita esponenziale. Si può perdere, però bisogna sempre capire come". Difficile, però trovare una spiegazione: "Ci sono elementi oggettivi e soggettivi. Oggettivamente il campionato ci ha consegnato ragazzi stremati, alcuni addirittura sono arrivati solo due giorni prima della partenza. La partita non poteva essere preparata come avrebbe meritato".

C'è chi ha anche invocato le dimissioni dello stesso Gravina, partendo dal presidente della Lazio Claudio Lotito: "Con le dimissioni sarebbe peggio. Non mi va di rispondergli - ha commentato -, perché tende a portare i discorsi su livelli molto bassi e non accetto la sfida. Gli attacchi di certi soggetti sono l'emblema di un immobilismo che abbiamo ereditato, ma che dobbiamo rivoluzionare. Sono strumentali e inutili".

A preoccupare è il pericolo di una rottura nello spogliatoio, anche partendo dal caso Acerbi: "Non credo, ho parlato a lungo sia con Acerbi che con Spalletti. Non c'è spaccatura, ma nemmeno molta lucidità dovuta alla stanchezza. Sicuramente però l'ambiente non vive questo momento con distacco. Noi dobbiamo andare al Mondiale, non piangiamoci addosso e cogliamo l'occasione per migliorare".

In una situazione del genere è finito sul banco degli imputati anche Luciano Spalletti:"Mi dispiacciono gli attacchi immeritati a Spalletti, persona straordinaria, anima nobile, tra i migliori incontrati. Attacchi immeritati, lo dico con la morte nel cuore. Al calcio serve e fa bene, è un signore. Ho parlato con lui a lungo in queste ore: l'ho trovato sempre combattivo ma ferito, interpreta il ruolo come servizio all'Italia".

Il suo futuro a questo punto potrebbe essere in bilico: "Luciano non mollerà? Non posso dirlo, dobbiamo trovare la miglior soluzione per rilanciarci da domani sera poi faremo delle riflessioni per arrivare al meglio nelle altre partite, giocarle con il coltello tra i denti. Non c'è un appuntamento martedì, c'è un contatto continuo, parleremo anche oggi".

Intanto si parla già di chi potrebbe prendere il posto di Spalletti sulla panchina azzurra.

I nomi forti sono quelli di Claudio Ranieri, che ha appena cominciato la sua nuova carriera da dirigente della Roma, e di Stefano Pioli, che tornerebbe volentieri a casa dopo l'esperienza in Arabia. Sembra da escludere un ritorno di Roberto Mancini, che nei giorni scorsi ha fatto mea culpa per l'addio alla Nazionale.

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