Calcio

Guerra in Israele, si ferma anche il calcio: la Uefa rinvia alcune gare per le coppe europee

Tra le conseguenze del conflitto in corso in Israele entra anche il calcio: rimandate diverse gare che coinvolgono le nazionali e le squadre di club israeliane. La cosa ha causato non poche polemiche

Guerra in Israele, si ferma anche il calcio: la Uefa rinvia alcune gare per le coppe europee
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Il conflitto in corso in Israele sta gettando nel caos anche il complicato puzzle degli incastri nell’affollato calendario del calcio internazionale. Dopo l’attacco terroristico di Hamas e la reazione delle forze armate israeliane, la Uefa aveva bloccato qualche giorno fa ogni gara internazionale che si tenga nel paese del Vicino Oriente, visto che sarebbe quasi impossibile garantire la sicurezza delle squadre coinvolte. Vediamo quindi le motivazioni della scelta, quali sono le squadre coinvolte e quando saranno giocate le partite.

La difficile scelta della Uefa

La decisione ufficiale dell’organo di autogoverno del calcio europeo era arrivata giovedì scorso, più di una settimana dopo l’attacco a sorpresa del 7 ottobre che aveva causato la morte di oltre 1.400 civili israeliani. La Uefa ha deciso che non si sarebbero giocate partite internazionali sotto la sua egida in Israele fino a quando la situazione non torni sotto controllo. Se le gare che coinvolgono le nazionali erano state rinviate già il giorno dopo l’attacco proditorio di Hamas, c’è voluto più tempo prima di valutare quali delle gare valide per l’Europa League e per la Conference League sarebbero state rimandate. La dichiarazione è arrivata come una doccia gelata per le due squadre israeliane coinvolte nelle coppe europee: “Dopo una completa valutazione della situazione dal punto di vista della sicurezza su tutto il territorio di Israele, il Comitato Esecutivo della Uefa ha deciso che nessuna partita organizzata sotto l’egida della Uefa si terrà in Israele fino a quando la situazione non si normalizzerà”.

Seck Maccabi Haifa Panathinaikos

Il club più colpito è il Maccabi Haifa, campione della Premier League israeliana, che gioca nel gruppo F dell’Europa League e nella Uefa Youth League, torneo che coinvolge le migliori squadre giovanili d’Europa. Ancora una volta la politica complica non poco la vita del calcio israeliano, la cui presenza nella confederazione europea è una delle tante stranezze del mondo del pallone. La federazione israeliana dal 1956 al 1974 era membro a pieno titolo della Afc, la confederazione asiatica, ma fu espulsa dopo il conflitto del 1973 dopo una lunga battaglia da parte di diversi stati islamici, dalla Siria all’Arabia Saudita fino all’Afghanistan. Da quando, nel 1994, la federazione è diventata membro della Uefa, le squadre israeliane sono state bandite dal calcio che conta due volte: nel 2006 dopo il conflitto con Hezbollah in Libano e nel 2014, dopo l’operazione delle forze armate israeliane a Gaza.

Villarreal-Maccabi Haifa a dicembre

Se è stato più semplice bloccare le competizioni che coinvolgono le nazionali, la situazione nel quadro dell’Europa League è molto meno chiara. Per il momento la Uefa ha preferito non gettare nel caos le competizioni "minori" per club, decidendo solo di spostare al 6 dicembre la partita del gruppo F all’Estadio de la Cerámica di Villarreal di giovedì prossimo, nella quale la squadra iberica avrebbe dovuto ospitare i campioni d’Israele. Il comunicato della Uefa ha provato a chiarire una situazione ancora piuttosto confusa: “La Federazione Calcio di Israele ed i suoi club Maccabi Haifa e Maccabi Tel-Aviv sono state invitate a proporre stadi alternativi, che dovranno essere in regola con i requisiti minimi della Uefa, fuori dal territorio di Israele per giocare le partite casalinghe fino a quando questa decisione rimarrà in vigore”.

Curva Sammi Ofer Maccabi Haifa Panathinaikos

Caso a parte, invece, la partita che si sarebbe dovuta giocare all’ex Madrigal di Villarreal, il cui rinvio sarebbe stato motivato da una richiesta delle autorità spagnole, preoccupate per possibili incidenti. Al momento, invece, non si sa ancora dove si giocherà la partita di ritorno tra le due squadre di giovedì 9 novembre. Chiaramente non sarà possibile giocare al caldissimo Sammy Ofer Stadium di Haifa, quello che vide l’inopinata sconfitta per 2-0 della Juventus l’11 ottobre 2022 ma la squadra israeliana non ha ancora comunicato la sede alternativa. Spettatrici interessate Panathinaikos e Rennes: se i greci hanno già giocato ad Haifa, pareggiando 0-0, la squadra francese avrebbe dovuto andare in trasferta in Israele il prossimo 30 novembre.

La squadra ucraina protesta

Ancora più complicata la situazione nel gruppo B di Conference League, dove gioca la squadra più titolata d’Israele, il Maccabi Tel-Aviv. La decisione di spostare la gara di giovedì al 25 novembre ha causato la protesta formale dalla squadra che avrebbe dovuto viaggiare in Israele, gli ucraini dello Zorya Luhansk. Qual è il problema? Che proprio quel giorno lo Zorya dovrebbe affrontare in trasferta il Kolos nel campionato ucraino. La data sarebbe stata proposta dalla squadra israeliana e respinta al mittente dagli ucraini: visto che le partite casalinghe vengono comunque giocate in Polonia, all’Arena Lublin, perché non usare l’impianto anche per la gara di giovedì?

Peretz Gent Maccabi Tel Aviv

Il comunicato del club ricorda come nel Donbass si viva in una situazione di guerra fin dal 2014 e come il club ed i tifosi siano stati costretti a fuggire dal conflitto, “senza mai chiedere un rinvio delle partite in Europa, continuando comunque a giocare a calcio”. Il club ha annunciato un ricorso alla Uefa, specificando che “visto che l’Ucraina è un paese in guerra che continua a lottare per la propria indipendenza, non volendo trascurare le gare interne, ogni rinvio sarebbe inaccettabile”. Sicuramente una patata bollente della quale la Uefa avrebbe preferito di gran lunga fare a meno.

Le nazionali a novembre

La situazione a proposito delle nazionali si è invece chiarita poche ore fa, ma con una complicazione che potrebbe causare qualche fastidio a vari club europei. Due delle partite previste, infatti, si terranno al di fuori dalla pausa per le nazionali di novembre, costringendo le squadre dei giocatori coinvolti a fare a meno dei loro servigi nelle partite di campionato. La trasferta della nazionale israeliana in Kosovo per le qualificazioni ad Euro 2024 si terrà infatti il 12 novembre mentre le due partite della nazionale femminile nella Nations League contro il Kazakistan si giocheranno il 23 e 26 novembre. Meno problemi, invece, per la gara forse decisiva degli uomini contro la Svizzera, che si giocherà il 15 novembre.

Israele pre Romania Israele

Visti i rapporti spesso burrascosi tra la Uefa ed i club europei, l’organo di autogoverno del calcio ha provato a limitare i danni, modificando a loro favore alcune delle regole in vigore relative alle partite delle nazionali. “L’obbligo di rilasciare i giocatori sarà limitato da un massimo di un giocatore di ogni club non affiliato ad una delle federazioni coinvolte nelle partite. Inoltre il periodo nel quale saranno a disposizione delle nazionali si limiterà a due giorni prima delle gare in programma, secondo una decisione speciale delle Fifa. Il motivo è che, viste le circostanze straordinarie, non è stato possibile trovare date appropriate nella finestra delle nazionali di Novembre”.

La speranza di tutti è che la situazione in Israele torni al più presto alla normalità, anche per evitare ulteriori grattacapi e polemiche.

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